Aggressioni al personale sanitario, il dg Benazzi: «In un anno abbiamo avuto 480 casi»

Il direttore generale dell'Usl 2 snocciola i dati in occasione della seconda giornata nazionale contro la violenza

L'ospedale Ca' Foncello di Treviso
TREVISO - Nel giro di un anno sono state 480 le aggressioni al personale sanitario in provincia di Treviso. Venti quelle fisiche, che hanno portato anche a giorni di malattia, e...

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TREVISO - Nel giro di un anno sono state 480 le aggressioni al personale sanitario in provincia di Treviso. Venti quelle fisiche, che hanno portato anche a giorni di malattia, e le restanti a livello verbale. A snocciolare i dati relativi al 2022 è il direttore generale dell’Usl 2, Francesco Benazzi, in occasione della seconda giornata nazionale contro la violenza. L’allarme è lanciato anche da Nurse Up Veneto, il sindacato degli infermieri guidato dal trevigiano Guerrino Silvestrini. La tensione in ambulatori e corsie è cresciuta, e anche se fortunatamente non si arriva alle mani sono molto frequenti gli insulti o i comportamenti che travalicano il normale rapporto tra operatore sanitario e paziente. «Nell’anno appena passato abbiamo registrato 480 aggressioni al personale sanitario, un dato che deve far riflettere - afferma Benazzi - Con il nostro responsabile della protezione e della sicurezza abbiamo attivato un sistema di rilevazione, che credo sia tra i più avanzati in Italia, con cui riusciamo a rilevare tutti casi. Anche quando l’utente alza la voce o dice delle parolacce, perché anche queste situazioni diventano violenze verbali».


L’INCONTRO

Il direttore Benazzi ha anche annunciato che domani si terrà un incontro in Prefettura per discutere proprio di violenza nei confronti del personale sanitario. «Noi comprendiamo il fatto che come sono stanchi i nostri operatori anche gli utenti lo siano - continua Benazzi - però sappiamo benissimo che queste situazioni vanno stigmatizzate e vanno portate all’attenzione perché non sono corrette». La Regione, nel frattempo, sta potenziando il piano per garantire la presenza delle forze dell’ordine nei vari ospedali. In provincia di Treviso alcune ci sono già, ma si sta cercando di potenziarle in accordo proprio con la Prefettura. 


LA FORMAZIONE

«A Treviso e a Conegliano già c’è un presidio di polizia dalle 8 alle 14, manca invece a Montebelluna, Castelfranco, Vittorio Veneto e Oderzo» tira le fila il direttore generale. Ma l’Usl ha garantito la presenza di vigilantes all’interno dei presidi ospedalieri per fungere da deterrente. E possono intervenire in caso di necessità. E a Montebelluna, ad esempio, è attiva una convenzione con i carabinieri in congedo. Ma non solo. L’azienda sanitaria ha promosso dei corsi rivolti al personale sanitario, soprattutto per chi opera in prima come, ad esempio, al pronto soccorso. ««Si tratta di corsi per la gestione della conflittualità - chiude Francesco Benazzi - perché è sostanziale quando c’è una persona che aggredisce avere la capacità di disinnescare queste aggressioni, di tenere alla giusta distanza la persona che sta aggredendo perché così non si possono verificare episodi di violenza fisica».

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Il Gazzettino