Poliziotti aggrediti dal branco a Conegliano, su TikTok spunta un nuovo video con minacce: «Sbirri di m*** non finirà così, vedrete»

Il 23enne arrestato per l'aggressione è tornato in libertà

Poliziotti aggrediti dal branco a Conegliano, nuovo video su TikTok
CONEGLIANO (TREVISO) - Spunta un altro video sull’aggressione ai due agenti presi a pugni e morsi da un gruppo di giovani. Il filmato, postato su TikTok e su cui ieri la...

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CONEGLIANO (TREVISO) - Spunta un altro video sull’aggressione ai due agenti presi a pugni e morsi da un gruppo di giovani. Il filmato, postato su TikTok e su cui ieri la polizia ha messo le mani, contiene anche delle minacce, oltre ad accuse deliranti su presunti abusi: «Sbirri di m...non finirà così, vedrete non dico altro». E ancora: «Perché date a questi pagliacci immaturi una divisa?». L’arrestato ha chiesto scusa mentre per altri tre giovani è scattata la denuncia. Ma il numero di indagati per l’inaudita aggressione di giovedì pomeriggio a Conegliano è destinato a salire. Gli inquirenti stanno passando al setaccio le telecamere di sorveglianza e i social così da individuare i partecipanti: una ventina tra i tafferugli di via Sauro e la successiva protesta davanti al commissariato. A rischio denuncia anche chi ha diffuso i video dell’arresto. 

Dopo le minacce arrivano le scuse dall'aggressore

«Non mi sono reso conto di quello che stava accadendo. Ora posso solo chiedere scusa per come mi sono comportato. Credo di aver perso la testa in quel frangente, ma non era mia intenzione farlo». Il 23enne gambiano, finito in manette per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento dopo i tafferugli scoppiati in seguito a un banale controllo di polizia giovedì pomeriggio è stato processato per direttissima ieri mattina. Difeso dall’avvocato Eleonora Varnier, il giovane ha scelto la via del patteggiamento della pena accordandosi per un anno e quattro mesi di condanna usufruendo della sospensione condizionale. Dopo il via libera del giudice Carlotta Brusegan, il 23enne, incensurato, è tornato in libertà, senza alcuna restrizione. «Era visibilmente pentito per quanto capitato - ha affermato il legale d’ufficio -. In aula ha presentato formalmente le sue scuse, dimostrandosi educato e accettando il responso della giustizia». Segno che ha capito di aver oltrepassato il limite, sottolineando però di non aver «picchiato o dato morsi ai poliziotti». Nel parapiglia dell’arresto sono stati altri, secondo il 23enne, ad accanirsi contro le forze dell’ordine. I due agenti - uno di circa 45 anni, l’altro di 23 - sono finiti all’ospedale: uno aveva un dente rotto, spaccato con un pugno; l’altro una serie di morsi alle mani e alla schiena, tanto da doversi sottoporre a profilassi

Gli accertamenti

Le indagini si concentrano ora sugli altri partecipanti all’aggressione. Al momento sono scattate tre denunce per resistenza a pubblico ufficiale. Ma i giovani identificati sono molti di più: oltre una decina, soprattutto di origini straniere. Molti di loro sono gli stessi che ad agosto avevano seminato il panico nella Corte delle Rose, a pochi passi dalla stazione, dove un litigio era degenerato in atti vandalici. Quella volta i teppisti avevano preso spaccato bottiglie e finestrini, si erano arrampicati su una macchina e avevano ricoperto di insulti i carabinieri intervenuti. Teste calde che bazzicano anche nella zona del Biscione. Se identificarli tutti è solo questione di ore, il vero lavoro certosino sarà chiarire le responsabilità di ciascuno: c’è infatti chi si è scagliato contro i poliziotti e chi ha avuto un ruolo più defilato, ma non meno dannoso. «Guardate, ecco lo sbirro che lo ha ammazzato» dice la voce fuori campo in un video di TikTok, inquadrando il 23enne steso a terra, ammanettato e cosciente con due agenti chini su di lui. «Sti sbirri devono pagare. Fate girare». Chi li ha girati e divulgati rischia di dover rispondere di reati come diffamazione, incitamento all’odio e vilipendio alle istituzioni. «Sono scene che non si dovrebbero mai vedere in un paese civile - dice Rino De Biasi, che giovedì ha assistito al tafferuglio -. Ho sentito gridare. Il ragazzo era già in manette. Gli agenti cercavano di caricarlo in macchina ma lui si dimenava, è uscito un paio di volte e a un certo punto i suoi amici sono saltati addosso ai poliziotti. Battevano i pugni, gridavano le peggiori offese». Era l’apice di uno scontro iniziato parecchi minuti prima, sotto il ponte del Monticano, vicino al parco di San Martino, nota zona di spaccio. Gli agenti si erano avvicinati a un gruppetto di giovani per un normale controllo. Il 23enne aveva reagito male. A dargli manforte sono arrivati altri amici, quasi una ventina. Nel parapiglia qualcuno avrebbe anche tentato di sfilare le pistole agli agenti. Poi la folla si era radunata davanti al commissariato a protestare.

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Il Gazzettino