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MESTRE - Inseguita, insultata e picchiata da un ubriaco. Vittima dell'aggressione una barista di Marghera, dipendente del bar Da Ettore di via Palazzo, Valentina Callegaro. «Martedì sera avevamo avevo appena chiuso il bar alle 21.30 - racconta la donna - non era neppure troppo tardi. Ho preso la mia bici per tornare a casa». In via Cappuccina, però, appena superato il secondo semaforo verso la stazione, si è trovata un personaggio poco gradevole attaccato alle costole. «Mi è venuto vicino un uomo, poteva essere nordafricano, tunisino - racconta - era in bicicletta anche lui, con una cassa che sparava della musica ad alto volume e una bottiglia di birra in mano. Era visibilmente ubriaco e ha iniziato a prendersela con me, non capivo cosa volesse ma ho fatto finta di nulla, volevo solo tirar dritto e andare a casa». A un certo punto, però, l'uomo è caduto dalla sua bicicletta. «Ma l'ha fatto da solo, io non c'entravo nulla - aggiunge la donna - per tutta risposta, mi ha buttato giù dalla bicicletta con un calcio e mi ha riempita di calci e pugni».
MURO DEI PASSANTI
Per proteggerla sono intervenuti alcuni passanti, mentre lei, con un occhio tumefatto e le ferite in volto, è andata dentro un negozio di Kebab per chiamare la polizia. «Anche uno dei signori che ha preso le mie difese è stato colpito da due pugni, poi l'uomo è scappato. Io stavo per perdere i sensi dal dolore, mi hanno raccontato dopo quello che è successo. Mi hanno detto che alla fine erano in tre a difendermi, hanno fatto muro per impedirgli di picchiarmi e di rubarmi la bici». Sul posto sono arrivate l'ambulanza e una volante della polizia. «Mi hanno dato del ghiaccio e hanno fatto un giro dell'isolato per vedere se riuscivano a prenderlo. Mi hanno chiesto di descriverlo ma sinceramente non ero in grado di dire esattamente come fosse, è successo tutto in fretta, non ho avuto il tempo di vederlo bene anche perché con il primo pugno mi aveva fatto saltare gli occhiali. Avevo paura di tornare a casa, di fare il sottopasso di via Dante. E allora i poliziotti mi hanno riaccompagnata a casa». Valentina abita a Marghera, così come il suo titolare, Ettore Grandesso. «Ha una forza incredibile, le avevo detto di stare a casa ma non ne ha voluto sapere - commenta - ma il problema rimane: noi, poi, che quel sottopasso dobbiamo farlo quattro volte al giorno per andare a lavorare, abbiamo sempre paura.
SOTTOPASSO PERICOLOSO
E in quel sottopasso di via Dante, peraltro, martedì sera c'è stato anche il quinto accoltellamento in cinque giorni in città: in 17enne è stato ferito (lievemente) a una gamba dopo una colluttazione, l'aggressore è fuggito e non è stato ancora identificato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino