Distribuiti ai medici oltre 60 dispositivi salvavita. Ma «i colleghi dicono di non aver mai ricevuto gli apparecchi»

Distribuiti ai medici oltre 60 dispositivi salvavita. Ma «i colleghi dicono di non aver mai ricevuto gli apparecchi»
UDINE - Oltre sessanta dispositivi salvavita già distribuiti fra i medici e gli operatori dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale. 28 sono quelli assegnati...

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UDINE - Oltre sessanta dispositivi salvavita già distribuiti fra i medici e gli operatori dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale. 28 sono quelli assegnati ai Distretti, come spiega il direttore generale Denis Caporale, già nel 2021, per essere affidati alle guardie mediche attive sul territorio (in particolare durante le uscite domiciliari), mentre altri 33 di nuova generazione (21 per il presidio ospedaliero udinese e altri 12 per il Gervasutta e gli altri poli) sono stati dati ai dipendenti in via sperimentale agli operatori - come centralinisti o tecnici di laboratorio - che si trovano a lavorare da soli la notte: in quest'ultimo caso, i dispositivi sono anche dotati di un alert anticaduta, per evitare disavventure. Come già precisato da Caporale, inoltre, «abbiamo già avuto un contatto con la Questura di Udine per il collegamento della linea di emergenza diretta per le guardie mediche. I dispositivi salvavita a loro destinati erano già attivi. Tutti i Distretti sono stati dotati di questi apparecchi, che vengono consegnati ai medici. Anche le due dottoresse che sono state aggredite avrebbero potuto utilizzarli». I dispositivi di nuova generazione prevedono anche la geolocalizzazione, ma, come spiega la responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Vitalba Caruso, «non è una funzione attiva perché serve l'autorizzazione del dipendente». E il tema, come comprensibile, è materia da confronto sindacale.


LA DISTRIBUZIONE
I tracker per lanciare l'allarme consentono all'operatore di attivare una chiamata alla centrale di Televita, la ditta fornitrice del servizio, premendo il pulsante centrale. Come spiega l'Azienda, i 28 dispositivi salvavita acquistati da AsuFc sulla base di un provvedimento di aprile 2021 (con una convenzione biennale fino ad aprile 2023) e destinati alle guardie mediche sono stati dati al distretto della Carnia (6 dispositivi), al Gemonese-Canal del Ferro Valcanale (4), a quello del Natisone (3), del Torre (2), Collinare (2), Medio Friuli (3), Agro Aquileiese (3), Riviera Bassa friulana (3) e Friuli Centrale, ossia ai comuni di Udine e Tavagnacco, dove ne sono stati destinati due.


IL SINDACATO


Ma dove sono finiti? Giada Aveni, la specializzanda aggredita assieme alla sua collega Adelaide Andriani (presa per il collo dall'accompagnatore di un paziente) mentre entrambe erano di turno in guardia medica al Gervasutta, spiega che «l'altra sera, che con Adelaide siamo uscite per una visita domiciliare, abbiamo cercato il dispositivo sull'auto aziendale, ma non l'abbiamo trovato. Dovremo cercare sugli altri mezzi». «L'Azienda dice che li ha distribuiti - sbotta Stefano Vignando (Snami Fvg) -, ma la domanda è: a chi li ha distribuiti? Non certo ai medici di continuità assistenziale. Non risulta. I colleghi, interpellati, affermano che non li hanno mai visti». Per quanto riguarda la geolocalizzazione, aggiunge, «siamo favorevoli in linea generale a tutto ciò che si può fare per tutelare i medici di continuità assistenziale nei limiti del possibile, anche prevedendo adeguati finanziamenti per la loro sicurezza. Siamo disponibili a confrontarci su tutto, ma con proposte che siano costruttive e fattibili, al contrario di ciò che è stato fatto fino ad adesso. Inoltre, dicono che ne hanno distribuiti 28 perché tante sono le sedi Sca. Ma non bastano: a Cervignano ci sono 2 medici, come a San Giorgio. A Udine ce ne sono 4 di sabato e domenica in turno diurno». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino