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MOGLIANO - Si torna in appello, l'8 settembre prossimo, per ripercorrere quel 22 marzo 2021 quando un 15enne ha aggredito la 27enne Marta Novello mentre faceva jogging in via Marignana, a Mogliano, colpendola con 23 coltellate. Il nuovo processo si terrà davanti a un collegio d'Appello di diversa composizione in quanto la Corte di Cassazione, lo scorso 30 novembre, aveva annullato la condanna inflitta in secondo grado.
LE MOTIVAZIONI
Le motivazioni della sentenza di rinvio parlano della correlazione fra il vizio parziale di mente riscontrato e il suo livello di maturità che non è stato sufficientemente argomentato. «In caso di accertata incapacità e immaturità del minorenne, la dichiarazione di non imputabilità è una strada obbligata» aveva commentato l'avvocato Matteo Scussat che difende il minorenne, accusato di tentato omicidio pluriaggravato e di tentata rapina aggravata ai danni della giovane moglianese. «La conseguenza di quanto ho sostenuto nel ricorso in Cassazione, insieme ai consulenti di parte, è che il ragazzo che ha accoltellato Marta deve essere assolto per un'incapacità di intendere e volere al momento del fatto e per una condizione di immaturità generale, non riconducibile solo al preciso momento dell'aggressione.
I PROCESSI
La storia processuale parte dalla sentenza del Tribunale dei minori conclusosi con la condanna del 15enne a 6 anni e 8 mesi. In appello il "taglio" a 5 anni . I giudici di secondo grado avevano in parte accolto le istante presentate dal difensore che aveva chiesto che il ragazzo fosse sottoposto a un percorso di cura e riabilitazione sociale. Ristretto in carcere a Napoli il minore era stato scarcerato nell'estate scorsa per essere accolto in una comunità. Invece, approfittando di un errore nella data della notifica del provvedimento amministrativo che ne stabiliva il collocamento in comunità, il minore ha raggiunto la capitale inglese dove si trova la madre, che lavora come cuoca. Ed è a tutt'oggi libero. Il rilascio dell'accoltellatore di Marta Novello, difesa dall'avvcoato Alberto Barbaro, aveva mandato su tutte le furie l'ex senatore Pierantonio Zanettin che aveva chiesto un'ispezione alla ministra Cartabia.
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Il Gazzettino