«Io, maresciallo in pensione, pestato per il cartone della pizza: non posso perdonare»

«Io, maresciallo in pensione, pestato per il cartone della pizza: non posso perdonare»
SAN MARTINO DI LUPARI - «Mi ritengo fortunato che gli altri due amici si siano allontanati prima. Lecito pensare che sarebbe potuta essere un'aggressione ancora...

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SAN MARTINO DI LUPARI - «Mi ritengo fortunato che gli altri due amici si siano allontanati prima. Lecito pensare che sarebbe potuta essere un'aggressione ancora più violenta. Mi sono anche chiesto cosa sarebbe successo se avesse avuto un coltello. Non si può perdonare un gesto del genere. Aggredito senza motivo e poi la volontà di fare del male, ancora violenza su una persona svenuta, come testimoniato da una persona che ringrazio per il senso civico e mostrano i video. Mi è saltato sulla gamba per farmi ancora più del male, consapevole che nessuno l'avrebbe scoperto». 


LA VICENDA
Non è stato fortunatamente così. Ripercorre quei momenti con calma e precisione il 65enne carabiniere in pensione residente a San Martino di Lupari che sabato 9 marzo alle 21,30 è stato aggredito da Walid Abbad, 19 anni residente a Tombolo, incensurato, che con due amici aveva mangiato delle pizze acquistate nella vicina pizzeria da asporto Pizzalonga away in via Garibaldi, lasciando cartone e salviette a terra di fronte alla casa dell'aggredito. 
Un'azione rapidissima, impossibile da prevedere per chiunque. Il referto indica 60 giorni di prognosi per la frattura di tibia e perone della gamba sinistra. 


LA TESTIMONIANZA
«Sono stato operato d'urgenza, ho una placca e otto viti per il fissaggio. E' lesionato il tendine con il rischio che il piede diventi piatto permanentemente. Fino ad agosto non potrò camminare autonomamente». 
Ha poi una contusione all'arcata orbitale destra e punti di sutura sulla mandibola sinistra. E' caduto sullo spigolo del marciapede. Lo avesse colpito con la tempia, la situazione sarebbe certamente peggiore. 
Di pericoli ne ha visti tanti nel suo servizio per 41 anni nell'Arma dei carabinieri. Ha ricoperto incarichi delicati. Rischiare la vita di fronte a casa è inconcepibile. «Per trent'anni sono stato al Nucleo operativo impegnato in molte attività antidroga, ho ricevuto diversi encomi», indica il maresciallo. Non è assolutamente uno sprovveduto. «Non c'era nessun elemento che mi facesse temere una reazione del genere. Ero seduto in soggiorno. Dalle finestre ho visto i tre che mangiavano le pizze sopra un'Opel Corsa grigia che era di uno di loro. Nella zona siamo esasperati. Non solo dai parcheggi selvaggi lungo la Strada Provinciale che non ha spazi di sosta in prossimità del locale aperto da un anno, ma anche dall'immondizia lasciata. Non si possono consumare cibi all'esterno. Quando il gruppo ha terminato, ho visto che hanno buttato tutto per terra. Ho deciso di uscire per richiamarli e fargli raccogliere tutto. Nel mentre, due sono andati via con l'auto, è rimasto il diciannovenne che era in bicicletta lasciata sotto la mia finestra».


LA REAZIONE
L'uomo esce, dice con calma al ragazzo di raccogliere cartoni e resti di cibo. Questo gli risponde superficialmente«"sì, sì». 
«Io gli parlavo, era di spalle. Si è girato di scatto è mi ha dato un pugno sull'occhio destro. Sono caduto a terra sbattendo la testa sul marciapiede perdendo i sensi. Quando mi sono ripreso se ne stava andando in bici. Ho fatto per alzarmi, ma sono ricaduto perchè avevo le fratture alla gamba. Poi è accorsa mia moglie, l'ambulanza ed i carabinieri». 
I militari di San Martino di Lupari in breve tempo hanno svolto le indagini. «Li ringrazio, come pure i sanitari ed il sindaco Nivo Fior che mi ha chiamato due volte. Positivo che l'autorità civile si interessi».


Walid è agli arresti domiciliari. «Non ho ricevuto nessuna scusa neanche dalla sua famiglia. Anche per questo mi costituirò parte civile al processo. Queste non sono bravate. Qui manca l'educazione di base che deve venire dai genitori, una violenza così non ha scusanti. Ora l'importante è la mia salute». 
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Il Gazzettino