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ODERZO - Violenta aggressione nel pomeriggio di lunedì in via Spinè a Oderzo: madre e figlia sono state malmenate e picchiate da due uomini, risultati poi essere il marito e il figlio della donna. Grida d’aiuto, macchie di sangue sotto i portici, una delle due donne con vistose ecchimosi sanguinanti al capo: increduli ed atterriti i passanti e i commercianti che si sono trovati di fronte alla scena. Immediato l’intervento dei carabinieri della Tenenza, guidata dal tenente Ivan Lupieri, che hanno arrestato entrambi gli uomini. Le persone coinvolte risultano appartenere ad una famiglia di nomadi residente in città. Tutti con precedenti penali.
L’episodio è avvenuto intorno alle 16. È stato in quel momento che diversi negozianti hanno sentito delle grida. «In un primo momento – racconta un commerciante, che chiede l’anonimato – ho pensato a dei bambini che stessero giocando. Altro che giochi: guardando attraverso la vetrina ho visto, dall’altra parte di via Spinè una donna sulla quarantina che veniva avanti urlando aiuto, il viso ridotto ad una maschera di sangue. Dietro di lei correva una ragazza, infine c’era un giovane in scooter che le stava inseguendo. Da ciò che abbiamo capito sembra che il giovane (appurato poi essere il figlio della donna), l’avesse colpita con il casco. Mi sono rinchiuso in negozio e mi sono attaccato al telefono. Faccio parte del “controllo di vicinato” del commercio ed ho diffuso nel gruppo il messaggio di quanto stava avvenendo».
L’aggressione ed il pestaggio sarebbero avvenuti in piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, alla quale si accede da un portico di via Spinè.
C’è stato chi ha avuto la prontezza di annotarsi il numero di targa dello scooter e di comunicarlo ai carabinieri. Dalla caserma della tenenza, comandata dal tenete Lupieri, la pattuglia è arriva nel giro di pochissimi minuti, dopo la segnalazione partita di negozianti di via Spinè. Padre e figlio sono stati entrambi arrestati. Verso le 17 una pattuglia ha preso in consegna la madre e la figlia. Le due donne, con tutta probabilità, sono state accompagnate in una struttura protetta. Le indagini stanno proseguendo ora a tutto campo per capire cosa possa aver scatenato tale violenza nel contesto familiare. Ancora increduli coloro che hanno assistito alla scena, inverosimile per la città opitergina.
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