Operaio minaccia di tagliare al testa al titolare: «Ho paura che ritorni»

Il pulmino sfasciato dalla furia del marocchino
FARRA DI SOLIGO - «Ho paura che possa tornare, ci ha minacciati di morte». Giovanni Mantese, uno dei due titolari rimasto ferito nella brutale aggressione da parte di...

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FARRA DI SOLIGO - «Ho paura che possa tornare, ci ha minacciati di morte». Giovanni Mantese, uno dei due titolari rimasto ferito nella brutale aggressione da parte di un suo dipendente marocchino, 30 anni di Soligo assunto da appena due giorni, è stato dimesso ieri mattina dall’ospedale. Ha un leggero trauma cranico e oltre venti punti di sutura in testa, profonde lesioni sul naso e sugli avambracci. A vederlo fa veramente impressione, sembra un reduce di guerra. «Abbiamo preso veramente tutti un grande spavento e siamo ancora sotto choc -racconta Mantese che già ieri ha voluto essere presente in fabbrica. Il nostro operaio marocchino, dopo aver litigato per futili motivi con Ernesto, un artigiano montatore, che spesso collabora con noi, ha perso letteralmente la testa. Noi tutti abbiamo cercato di fermarlo e farlo ragionare, ma non c’è stato verso. Tutti gli oggetti che potevano offendere, bastoni, coltelli, punte di trapano, che trovava in giro per l’azienda, li utilizzava contro di noi».


Lite in azienda, operaio marocchino infuriato: «Vi taglio la testa, vi ammazzo tutti»

LA FURIA
« Se sono ancora vivo è soltanto per miracolo - prosegue ancora incredulo - Ha tentato di infilzarmi il ventre con una punta da trapano lunga circa 80 centimetri e del peso di qualche chilogrammo. Per fortuna mi ha colpito proprio sulla cintura e quindi non è penetrata sulla pancia. La stessa punta che poi ha usato per sfasciare anche le vetture nel parcheggio. In cinque non siamo riusciti a bloccarlo, anzi ne siamo usciti tutti contusi. Da come si è comportato, abbiamo avuto il sospetto che questo personaggio conoscesse delle tecniche d’arte marziali, perché quando ci avvicinavamo in due o tre persone contemporaneamente lui indietreggiava, per poi attaccarci singolarmente e stenderci con violenti calci e pugni, anche quando eravamo a terra». Il sindaco Mattia Perencin, dopo aver appreso dell’aggressione accaduta giovedì pomeriggio, nell’azienda Mantese Legnami in via Castelletto 58, a Col San Martino, (nella quale oltre al marocchino e a un collega di lavoro e i due titolari sono rimasti coinvolti anche un carabiniere e un medico del 118) e dei gravi danneggiamenti di alcune vetture parcheggiate vicino agli uffici, ha voluto incontrare il titolare aggredito.
LA VISITA
«Ieri mattina sono andato in azienda per portare solidarietà e vicinanza ai proprietari e agli operai coinvolti, alcuni dei quali sono ancora in ospedale. Ciò che mi hanno raccontato è agghiacciante. Non abbiamo bisogno in paese di persone del genere, che siano bianchi, neri o gialli. Ieri ho scritto subito al ministro dell’Interno ed al Prefetto che ho anche sentito al telefono e che sta seguendo il caso affinché per questo personaggio non solo si prendano seri provvedimenti, ma venga immediatamente espulso. Farra di Soligo è un paese tranquillo, qui le persone vivono e lavorano seriamente ed onestamente, un paese che accoglie sempre volentieri tutte quelle persone che rispettano le regole, la cultura e le nostre tradizioni, qualsiasi sia la loro provenienza. Non vogliamo gente che non desidera integrarsi. Le istituzioni devono provvedere con pene giuste e più severe, perché ormai siamo esasperati da questa situazione».
IL COMMENTO

Incredulo e rattristato per l’accaduto anche Alberto Villanova, consigliere regionale della lista Zaia Presidente. «Sono vicino con tutto il cuore e l’affetto possibile ai proprietari e ai dipendenti della ditta Mantese Legnami, per aver rischiato la vita. Questa volta abbiamo veramente sfiorato la tragedia. Sono dispiaciuto perché questi fatti sviliscono la nostra imprenditoria, esempio di laboriosità e per chi negli anni nel Veneto, ha saputo integrarsi alla perfezione». E aggiunge: «Ora speriamo che la giustizia faccia il suo giusto corso e che, chi deve pagare penalmente e civilmente sia punito come merita».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino