BELLUNO - Aggressione in carcere a Belluno: il direttore e il comandante di reparto della casa circondariale sono stati aggrediti da un detenuto. A denunciare il fatto la Cisl...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
BELLUNO - Aggressione in carcere a Belluno: il direttore e il comandante di reparto della casa circondariale sono stati aggrediti da un detenuto. A denunciare il fatto la Cisl Fns. Il grave episodio è accaduto martedì 9 aprile all’interno dell’istituto penitenziario bellunese, dove, durante una contestazione disciplinare, un detenuto di nazionalità italiana ha aggredito il direttore e il comandante di reparto, rimasti illesi solo grazie alla professionalità e al tempestivo intervento del personale in servizio.
Il detenuto, non nuovo ad atteggiamenti scorretti verso il personale di polizia penitenziaria e poco incline al rispetto dei regolamenti interni, durante una contestazione che si stava svolgendo nella sala biblioteca dell’istituto per uno dei tanti procedimenti disciplinari a suo carico, ha scagliato prima la scrivania, poi alcune sedie verso il direttore e il comandante. Nessuna conseguenza per gli aggrediti grazie all’intervento dei poliziotti in servizio, che prima hanno fatto da scudo al dirigente e al funzionario, poi hanno bloccato l’aggressore.
“La Cisl Fns - dichiara Robert Da Re della Segreteria territoriale - denuncia nuovamente l’inadeguatezza del blocco che interessa i detenuti comuni della Casa Circondariale di Belluno, che necessita urgentemente di una ristrutturazione che rispetti i canoni di sicurezza nei luoghi di lavoro e contestualmente le direttive impartite per una corretta vita detentiva dell’utenza, parametri non in grado di essere garantiti dalla struttura vetusta e obsoleta”.
La Cisl Fns denuncia inoltre una grave carenza di personale, che supera abbondantemente il 20%, “costringendo così i poliziotti bellunesi - prosegue Da Re - a una eccessiva mole di lavoro per garantire i servizi, l’ordine e la sicurezza all’interno dell’istituto, accumulando in maniera importante diritti maturati e non goduti”.
Il Gazzettino