Aggredita con l’acido: sospettato un amico della 52enne, venti giorni fa bruciata l'auto

La zona dove si è svolto l'agguato alla cinquantaduenne
ESTE - Prima di venir aggredita con l’acido, la 52enne di Sant’Elena si era vista anche distruggere l’auto: una ventina di giorni fa qualcuno ha appiccato il...

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ESTE - Prima di venir aggredita con l’acido, la 52enne di Sant’Elena si era vista anche distruggere l’auto: una ventina di giorni fa qualcuno ha appiccato il fuoco alla vettura. Ma ora l’incubo della donna, dimessa con una prognosi di 60 giorni per le ustioni riportate su viso e avambracci, potrebbe essere a un punto di svolta: i carabinieri della compagnia di Este hanno individuato un sospettato. L’aggressore è un uomo che la vittima conosce bene.


LE USTIONI
La donna è stata dimessa venerdì mattina dal reparto grandi ustionati di Padova: le bruciature riportate le hanno procurato, tra l’altro, gravi problemi agli occhi. Per i medici, la prognosi è di due mesi, ma sarà solo il tempo a dire se questo sfregio ingiustificabile lascerà conseguenze irreversibili sul corpo dell’aggredita.
La dinamica è chiara: erano le 23.30 di giovedì sera e la donna aveva appena accompagnato l’inseparabile cagnolino per l’ultima passeggiatina della giornata. L’aggressore, che conosceva bene le abitudini della 52enne, era lì ad attenderla e le ha buttato l’acido addosso non appena la malcapitata ha svoltato l’angolo. 
Il liquido corrosivo le ha provocato gravi bruciature e la malcapitata è crollata a terra urlando di dolore. Le grida hanno richiamato i vicini che hanno soccorso la 52enne e hanno chiamato il 118. Nel frattempo, però, l’aguzzino si è dileguato, convinto di farla franca ancora una volta. 


IL PRECEDENTE
Dalla vicenda, infatti, emergono altri, inquietanti particolari. La vecchia utilitaria della 52enne è stata distrutta dalle fiamme due sabato fa nel parcheggio del caseggiato dove da qualche tempo la 52enne abita col figlio. Un atto doloso, che si pensa sia opera sempre dello stesso aggressore. 
Inizialmente condòmini e vicini di casa non avevano dato molto peso. «Le auto non prendono fuoco da sole d’estate, figuriamoci in pieno inverno - ha dichiarato una vicina di casa - Ora che sappiamo quanto successo, noi tutti mettiamo in fila gli eventi». 
Alla luce di quanto accaduto, i residenti intimoriti hanno chiesto all’amministratore di condominio un’assemblea straordinaria, soprattutto in ottica preventiva. 
La zona è buia. Non è mai stato un problema perchè Sant’Elena è sempre stato un posto tranquillo. Ma dopo quel che è successo ora la gente è terrorizzata. Una donna che vive nella stessa zona dell’aggredita ammette: «Di sera, qui, non si vede nulla. Non ci sono luci e abbiamo paura, soprattutto in questi giorni di nebbia». Senza adeguata illuminazione, l’aggressore ha avuto gioco facile nel nascondersi e colpire la vittima. 


LA VITTIMA
L’aggressore e la sua vittima si conoscono. I vicini di casa parlano di lei come di una donna molto riservata. «La vediamo uscire con il cagnolino anche più volte al giorno - ha dichiarato un residente - È sempre da sola, al massimo con il figlio. Ci salutiamo, buongiorno o buonasera e poco più». 
Nel frattempo, la 52enne sta passando la convalescenza assieme al figlio. «La mamma diciamo che sta bene, compatibilmente con quanto le è capitato». Come dire: è viva e non è poi così scontato. 
Il fatto ha lasciato sconvolta l’intera comunità di Sant’Elena, un paesino di 2.500 anime noto a tutti per la sua tranquillità. Il sindaco Emanuele Barbetta è attonito: «Assurdo che un fatto del genere sia successo qui da noi. Non è mai successo nulla del genere. Il nostro paesino ha l’indice di vulnerabilità sociale migliore della provincia. Se, come pare, l’aggressione era premeditata, vuol dire che siamo alla follia del genere umano». 


Si esprime anche il senatore Antonio De Poli: «Una scena raccapricciante, da medioevo. Le istituzioni hanno il dovere di far sentire la propria vicinanza a chi è vittima di violenza e bisogna investire di più nel sostegno psicologico a chi si trova ad affrontare un incubo, dopo aver subito un’aggressione». 

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Il Gazzettino