PADOVA - Prometteva di bloccare o ritardare i tempi di pagamento delle cartelle esattoriali di Equitalia. Nelle sue funzioni (verificatrice e riscossore dell'Agenzia delle...
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Le è stata notificata l'ordinanza di custodia cautelare con cui il giudice Mariella Fino ha disposto gli arresti domiciliari per concussione per induzione. La funzionaria è stata poi accompagnata nella sua abitazione di via Brunelleschi. L'inchiesta era decollata nel novembre scorso quando due fratelli, contitolari di una piccola azienda meccanica di Loreggia, avevano presentato una dettagliata denuncia alla Guardia di finanza. Erano stanchi di subìre pressanti richieste di denaro da parte della funzionaria. Fino al settembre dell'anno precedente avevano pagato fior di quattrini: 16mila euro in tre diversi momenti. I due fratelli conoscevano la funzionaria da un paio d'anni. Pasqua Rostin era a conoscenza del fatto che i due imprenditori avevano un contenzioso con cartelle per circa mezzo milione di euro. Erano in difficoltà con i pagamenti. La funzionaria si sarebbe offerta di aiutarli millantando poteri che non aveva: avrebbe promesso ai due fratelli di bloccare o comunque ritardare i pagamenti. Alla madre dei due imprenditori avrebbe addirittura paventato il rischio - inventato di sana pianta - del possibile arresto del figlio. Spaventati a morte, i titolari dell'azienda di Loreggia avevano deciso di pagare.
Dopo la terza mazzetta hanno però deciso di ribellarsi. Si sono rivolti ad un legale e hanno sporto denuncia. Alle Fiamme gialle hanno consegnato anche un nastro in cui è stata registrata una conversazione con la donna. Dal dialogo emergerebbero con chiarezza le richieste concussorie. Il pm Dini ha disposto accertamenti patrimoniali e indagini bancarie sui conti e sui beni della donna. È già emerso che per una delle tre mazzette Pasqua Rostin avrebbe fatto emettere una fattura di pari importo dalla ditta del marito, per operazioni rivelatesi inesistenti. In Procura sono convinti di aver scoperto soltanto la punta dell'iceberg. Il giro di tangenti potrebbe essere ben più ampio di quanto accertato finora. L'auspicio è che altri imprenditori trovino il coraggio di denunciare le dazioni di denaro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino