Agenzia delle Entrate. Imprenditore in guerra con il Fisco da 30 anni: «E' una persecuzione, scrivo alla Corte europea dei diritti dell’uomo»

Imprenditore in guerra con il Fisco da 30 anni
ROVIGO - Un contenzioso lungo oltre trent’anni in cui si rincorrono ricorsi, controricorsi, pignoramenti, avvisi di mora, cartelle mai arrivate, sentenze, sanatorie,...

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ROVIGO - Un contenzioso lungo oltre trent’anni in cui si rincorrono ricorsi, controricorsi, pignoramenti, avvisi di mora, cartelle mai arrivate, sentenze, sanatorie, sanzioni, notifiche e impugnazioni. Un iter arrotolato ormai su se stesso come un serpente che si mangia la coda perché non si vede una fine, una qualsiasi luce in fondo al tunnel di questa vertenza che vede tra gli attori l’Agenzia delle Entrate.


La vicenda di cui è protagonista, suo malgrado, un contribuente rodigino, ha qualcosa di surreale, ma è indicativa di cosa può accadere quando si mette in moto il meccanismo infernale della burocrazia. Tutto inizia nel 1991 con il fallimento della società Fep, allora con sede in via Petrarca a Rovigo, e con l’avvio delle conseguenti procedure per la soddisfazione dei crediti vantati verso l’azienda.
Il fallimento verrà chiuso il 29 gennaio 1999 con il pagamento integrale dei debiti, ma nel frattempo si è aperto il contenzioso per una fornitura effettuata dalla ditta rodigina a un ente pubblico e il sistema entra in una sorta di cortocircuito. Il procedimento non si chiude, anzi genera altri filoni di contenzioso con ulteriori strascichi fiscali, avvisi e pignoramenti.

L’AMAREZZA

«Sono trent’anni che dura questa lite con il Fisco - dichiara Giancarlo Siviero, ex titolare della Fep - e non sono esprimibili e quantificabili le conseguenze umane ed economiche che hanno colpito come una persecuzione le vite personali dei soci della Fep e la vita della società. In ben due circostanze sono stato ricoverato per lo stress accumulato. Ogni commento trova solo come sfondo l’assurdità e la cattiveria di una macchina infernale e persecutoria».
La documentazione raccolta in questi trent’anni e più di odissea giudiziaria, è davvero imponente ed è difficile persino raccapezzarcisi, tanti sono i provvedimenti che le varie autorità hanno emesso, a volte persino l’una in apparente contraddizione con l’altra, senza riuscire a mettere la parola fine o trovare un accordo tra gli attori. L’impressione è si tratti di strade che proseguono all’infinito senza incontrarsi mai. Mentre gli avvocati cercavano di sbrogliare la matassa, complicata dalla intervenuta scadenza di termini per alcune formalità considerate decisive, Siviero continuava però a ricevere (e pagare) gli avvisi del Fisco da decine di migliaia di euro per le violazioni già accertate. Con alcuni paradossi. «Non si è tenuto conto del pagamento effettuato come condono per gli anni 1988, 1989 e 1990 come documentato dalla sentenza della Commissione tributaria provinciale - aggiunge Siviero - e in questa vicenda assurda mi sono trovato a pagare due volte le stesse sanzioni. Ancora più assurdo, nel frattempo, è che una sentenza che doveva definire tutta la vicenda era diventata esecutiva, ma non ha chiuso la questione. Nell’intento di salvaguardare l’immobile di proprietà, ho pagato la rottamazione delle cartelle e ancora non è bastato. In pratica sto pagando per la terza volta. Sembra che nessuno sia in grado di trovare una soluzione. A chi devo rivolgermi per essere tutelato dall’Agenzia delle Entrate?».

NUOVE PROCEDURE



Perché nel frattempo la macchina burocratica continua a lavorare e il faldone del contenzioso è cresciuto ancora per l’esasperazione di Giancarlo Siviero, che ora sta pensando di rivolgersi direttamente alla Corte europea dei diritti dell’uomo. «Tutti gli avvocati interpellati sostengono che i tempi sono scaduti inesorabilmente. Io ribadisco che si tratta di un errore giudiziario. Ho scritto anche al direttore generale dell’Agenzia delle Entrate e al Presidente della Repubblica».
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Il Gazzettino