Agenti uccisi in Questura a Trieste: nuova perizia sulla pericolosità del killer

Gli agenti uccisi e il loro assassino
TRIESTE - Una nuova perizia che dovrà stabilire il livello di pericolosità sociale attuale di Alejandro Augusto Stephan Meran, il giovane di origine dominicana che...

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TRIESTE - Una nuova perizia che dovrà stabilire il livello di pericolosità sociale attuale di Alejandro Augusto Stephan Meran, il giovane di origine dominicana che nel 2019 uccise due agenti di polizia in Questura, Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, è stata incaricata dalla Corte d'Assise di Trieste allo psichiatra Francesco Piani, di Udine. La Corte ha dato 60 giorni di tempo all'esperto per depositare la relazione. Meran fu assolto in primo grado dalle accuse di omicidio per la sparatoria perché non imputabile. A causa della sua pericolosità sociale, ritenuta elevata, la sentenza prevedeva il suo ricovero in una Rems, una struttura sanitaria. In assenza di posti disponibili, però, Meran è ancora detenuto in carcere, a Verona. Come da routine, è necessario che ogni sei mesi sia rivalutato il livello di pericolosità sociale del giovane per stabilire se la misura è commisurata. Se venisse accertato un livello sociale medio o basso, infatti, Meran potrebbe aver diritto ad essere preso in carico da un Centro di Salute Mentale, oppure addirittura essere in libertà vigilata mentre segue un percorso di cura.

«É improbabile che questo succeda però - ha sottolineato il suo legale, Paolo Bevilacqua - A Meran non è stato consentito di iniziare il suo percorso di cura, che doveva essere garantito nella Rems, mentre si trova precisamente in una struttura che aumenta il suo livello di rischio di pericolosità, come ha rilevato un'altra perizia». Bevilacqua ha inoltre ricordato che «la valutazione della perizia deve riguardare la sua pericolosità sociale relativa alla sua condizione psichiatrica». Altro tema sollevato dal legale, è il fatto che Meran dovrebbe avere il diritto di presenziare al procedimento, impeditogli da questioni tecniche: «É allucinante che da tre anni a questa parte nessun giudice abbia avuto il coraggio di guardarlo negli occhi», ha concluso. 

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Il Gazzettino