VENEZIA - L'associazione vittime della criminalità (Fervicredo) con l'associazione per la gestione dello stress nelle Forze dell'ordine e del soccorso...
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“E’ la prima volta che si realizza un’iniziativa come questa – spiega Mirko Schio, presidente Fervicredo - importante aiuto per chi ha vissuto gravi eventi in servizio ed è per noi un atto concreto a sostegno delle Vittime del Dovere e dei loro Familiari. E, purtroppo, dobbiamo dire che mai momento storico fu più appropriato per realizzarlo, considerata la grave recrudescenza criminale che investe gli appartenenti alle Forze di Polizia e che ha fatto registrare così tanti drammatici eventi negli ultimi tempi”.
“Si tratta – aggiunge Schio - di un seminario esperenziale basato sul format originale creato per gli agenti speciali dell’Fbi, e non a caso i partecipanti potranno avvalersi della presenza di uno psicologo, psicoterapeuta e formatore internazionale del calibro del dottor Solomon. Abbiamo invitato a partecipare gli operatori delle Forze dell’ordine e del Soccorso, in servizio o in quiescenza, che sono stati coinvolti per motivi di servizio in un grave evento del quale subiscano ancora gli effetti, chiedendogli di partecipare assieme a un familiare o un altro adulto che possa sostenerli in questa importante esperienza. Chi ha subito un evento traumatico può avvertire, a breve o lungo termine, un grave senso di vulnerabilità o di perdita del controllo sulla realtà, e l’obiettivo del seminario è indicare la strada che possa consentire di tramutare quella sofferenza in forza e resilienza personale e professionale, attraverso l’apprendimento di efficaci strategie psico-comportamentali e l’utilizzo dell’offerta rappresentata dal supporto fra pari. In un ambiente protetto e confidenziale, i partecipanti possono condividere le loro vicende e il loro malessere, con colleghi che hanno vissuto esperienze simili e sono stati formati per essere di aiuto agli altri, e questo ha un comprovato effetto ‘normalizzante’ e propedeutico al recupero. Infatti, avere il coraggio di esternare il proprio vissuto attiva un processo di rielaborazione che in futuro consente di riprendere il proprio percorso con sempre maggiore fiducia e ottimismo, e allo stesso tempo la condivisione consente a chi sta accanto all’operatore di comprenderne profondamente l’evento critico avvenuto e ciò che esso ha prodotto. Tutto è pronto per cominciare – conclude Schio - e la nostra profonda speranza è di poter fare tanto, di poter fare bene, di poter trasmettere, ancora una volta con tutta la nostra caparbietà, la forza di rivivere”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino