Furti all'aeroporto Marco Polo, condannato un poliziotto

Un'auto della polizia al Marco Polo (archivio)
VENEZIA - Tre anni e nove mesi di reclusione all’ispettore di polizia, in servizio all’aeroporto Marco Polo di Tessera, finito sotto accusa per la sparizione di 5mila euro,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VENEZIA - Tre anni e nove mesi di reclusione all’ispettore di polizia, in servizio all’aeroporto Marco Polo di Tessera, finito sotto accusa per la sparizione di 5mila euro, una chiavetta Usb e le chiavi di un’automobile smarriti da un passeggero, presi in consegna dalla Polaria e mai restituiti al legittimo proprietario.


Il Tribunale di Venezia, presieduto da Stefano Manduzio, ieri sera ha emesso sentenza di condanna nei confronti di Fabio Molena, il poliziotto al quale la Procura contestava il reato di peculato. Il sostituto procuratore Stefano Buccini si era battuto per la condanna dell’ispettore alla pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione, ritenendo provata la sua responsbailità nella sottrazione del denaro.

L’avvocato Alessandro Rampinelli, che difende il poliziotto assieme alla collega Orietta Baldovin, ha espresso sconcerto di fronte alla sentenza di condanna, annunciando che presenterà sicuramente appello per dimostrare l’inncoenza del proprio assistito.

L’inchiesta prese il via dalla denuncia dell’assistente capo che, nel marzo del 2011 aveva preso in carico il denaro e gli oggetti smarriti consegnandoli all’ispettore, dopo aver steso regolare verbale. Alla consegna erano presenti altri due colleghi. L’anno successivo, curioso di sapere se il tutto fosse stato restituito al legittimo proprietario (identificabile attraverso il numero di una sim card telefonica) scoprì che nessuno ne sapeva più nulla e che, addirittura, la pagina relativa al rinvenimento risultava essere stata strappata dall’apposito registro da mani ignote. Nel corso delle indagini un altro assistente capo, responsabile dell’ufficio oggetti smarriti, riferì di aver visto nel cassetto di Molena, nell’autunno del 2011, l’originale del verbale di rinvenimento di soldi e oggetti; e in una seconda deposizione, di aver notato, sempre nel cassetto dell’ispettore, anche le chiavi e la chievetta Usb. Prove ritenute inequivocabili dalla Procura. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino