​L'affitto è alto e il negozio è in crisi: il giudice fa abbassare il canone

L'affitto è alto e il negozio è in crisi: il giudice fa abbassare il canone
TREVISO Il commerciante, in ginocchio per le chiusure anti-Covid, non riesce più pagare l'intero affitto. Il giudice non solo stabilisce che, data l'oggettiva...

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TREVISO Il commerciante, in ginocchio per le chiusure anti-Covid, non riesce più pagare l'intero affitto. Il giudice non solo stabilisce che, data l'oggettiva difficoltà economica, il proprietario dell'immobile non può considerare decaduto il contratto, ma anche raccomanda alle parti (ovviamente ascoltato) di accordarsi per una riduzione temporanea del canone. La vicenda di questa attività di somministrazione trevigiana è molto simile, almeno negli sviluppi iniziali, a quella vissuta in questi mesi da tantissime altre imprese, in particolare bar e ristoranti: la pandemia, tra lockdown e successive restrizioni di orari e spazi, fanno precipitare gli incassi e sostenere le spese fisse diventa sempre più complicato. In particolare per chi deve corrispondere un canone di locazione. Che, nel caso in questione, non è trascurabile: oltre centomila euro annui. 


IN GINOCCHIO

A fronte di un crollo del fatturato post serrata fino al 60%, il titolare del pubblico esercizio, per cercare di far quadrare i conti, ad un certo punto, è costretto a versare solo una parte dell'affitto: un 30 per cento in meno del totale pattuito. Dopo tre mesi, però, il padrone dei muri minaccia di attingere alla fidejussione depositata per recuperare le somme mancanti. L'imprenditore allora mette mano ai suoi risparmi personali e ripiana l'arretrato. Ma la cassa continua ad essere in rosso e, poco dopo, non può che ricominciare con i bonifici auto-scontati. La proprietà intima il pagamento, pena la risoluzione del contratto. Dunque, il titolare, assistito dall'avvocato Marco Serena, prima tenta un procedimento di mediazione, poi presenta un ricorso d'urgenza al Tribunale di Treviso, chiedendo di bloccare il prelevamento della garanzia e di rideterminare la pigione, alla luce dell'impossibilità di sostenere l'intero ammontare. 


LA CONCILIAZIONE

E il giudice Luca Deli ha accolto le richieste. La vertenza si è conclusa, infatti, con un verbale di conciliazione, sulla scorta però delle indicazioni dettate dal magistrato: ridurre il debito accumulato attorno ai 50mila euro complessivi del 30 per cento circa e diminuire il canone di locazione, dal mese di febbraio fino alla fine del 2021, in eguale percentuale. Finora si contavano solo due precedenti simili a Roma e uno a Milano. «Di norma, quando il conduttore non paga con puntualità l'affitto di un'attività commerciale, si verifica un inadempimento e a questo consegue lo scioglimento del contratto. In questo caso, invece, si è ritenuto che la risoluzione contrattuale non fosse percorribile perché l'inadempimento è causato da un fatto esterno, indipendente dalla volontà del conduttore», spiega Serena. A dicembre, se la situazione si sarà normalizzata, si riprenderà con il saldo originario, altrimenti i due interessati torneranno a confrontarsi. «Una pronuncia molto significativa ribadisce il legale, nonché sindaco di Villorba - che racconta delle difficoltà conclamate di una categoria e che va nel senso di una raccomandazione fatta nel luglio dello scorso anno il Massimario della Corte di Cassazione, una sorta di ufficio studi della Suprema corte». 
 

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Il Gazzettino