Alloggi turistici, solo uno su cinque ha riaperto dopo la pandemia

VENEZIA Il turismo è tornato ai livelli prepandemia
VENEZIA -  I dati del Comune di Venezia estrapolati da quelli regionali parlano chiaro: gli alloggi in locazione turistica che sono stati chiusi nel 2020 a causa della...

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VENEZIA -  I dati del Comune di Venezia estrapolati da quelli regionali parlano chiaro: gli alloggi in locazione turistica che sono stati chiusi nel 2020 a causa della pandemia sono 1794. Cui se ne sono aggiunti 894 chiusi nel 2021. Quelli aperti nel 2022 - secondo un aggiornamento al 21 giugno - sono 558. 


Che cosa significa questo? «Che uno su cinque non ha trovato la convenienza a riaprire come alloggio turistico» spiega Giuliano Marchi, presidente di Confedilizia Venezia, sottolineando come le locazioni brevi a volte siano un ripiego per i proprietari e come comunque il sistema delle affittanze paradossalmente sia stato uno dei pochi volani dell’economia lagunare, visto che ha generato una sorta di indotto.


LA COSTITUZIONE
Tornando sulla polemica dei giorni scorsi, Marchi ribadisce che «non serve scomodare la Costituzione ed eventuali provvedimenti straordinari per limitare la libertà dell’iniziativa privata» ma basterebbe applicare gli strumenti ordinari e luna politica degli incentivi, con l’utilizzo della leva fiscale, tutte misure già note. 
Ma aggiunge che il problema è un altro: «Siamo sicuri che i giovani vogliano rimanere a Venezia? Assistiamo comunque a uno stillicidio di residenti, soprattutto giovani, e non solo perchè non trovano la casa per viverci e formare una famiglia. A mancare è soprattutto il lavoro. Quindi si rischia di rovesciare la prospettiva. Chiediamoci perchè la gente preferisce andarsene, o perchè è più conveniente affittare a turisti piuttosto che a residenti».
Il presidente dell’associazione veneziana, a proposito del sovraffollamento turistico, aggiunge che «dopo le 20 Venezia è vivibilissima, il turismo pernottante porta comunque un indotto utile per a residenza. Far venir meno la reddittualità all’immobile significa costringere il proprietario a venderlo al maggior offerente, che sarà uno straniero che verrà in città pochi giorni all’anno e magari affitterà l’immobile negli altri periodi liberi e sarà l’unico a poter rispettare le nuove normative proposte. Insomma, un disastro su tutti i fronti». 


Il riferimento è alla proposta di limitare a un certo numero di giorni la possibilità di locare un immobile ad uso turistico. «Che farà il proprietario negli altri giorni, posto che non esistono altre tipologie di contratto che lo possano sostenere nei periodi in cui l’alloggio rimarrà vuoto? La stessa misura, in altre nazioni, non ha sortito l’effetto sperato. Anzi»
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Il Gazzettino