Affitti turistici, pronta la nuova legge per Venezia: permanenza minima di due notti

Turisti in Piazza San Marco
VENEZIA - La bozza è pronta e fissa una permanenza minima di due notti per gli affitti turistici. Introduce l’obbligo di un codice identificativo per questi...

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VENEZIA - La bozza è pronta e fissa una permanenza minima di due notti per gli affitti turistici. Introduce l’obbligo di un codice identificativo per questi appartamenti, che sostituirà quello regionale dove già c’è, come in Veneto. E solo per chi affitta più di quattro appartamenti (quindi con regime imprenditoriale) prevede una dichiarazione di inizio attività, con relativo nuovo codice Ateco. Sono queste, in estrema sintesi, le novità previste nel testo di disegno di legge per la “disciplina delle locazioni turistiche”, ormai pronto per passare all’esame delle Camere. Una bozza che non contiene, però, alcuna indicazione di un numero massimo di giorni per chi affitta ai turisti, possibilità che invece sarebbe già stata data al Comune di Venezia dal decreto aiuti dell’anno scorso con il cosiddetto emendamento Pellicani. Rimasto lettera morta, come noto, tra le opposte voci delle associazioni dei residenti che ne reclamano l’applicazione e dei rappresentanti del settore che minacciano ricorsi legali.


OGGETTO DI SCONTRO
L’attesa del Comune era anche per l’inquadramento nazionale del tema che a questo punto, se la bozza dovesse essere confermata dall’iter parlamentare, sembra imboccare una linea decisamente morbida, che in qualche modo potrebbe accontentare il settore alberghiero (con l’introduzione della permanenza minima), ma che di certo scontenterà le tante associazioni di abitanti mobilitate per porre un freno più deciso al dilagare degli affitti turistici.


SETTE ARTICOLI


Era stata la stessa ministra al turismo, Daniela Santanché, poco più di un mese fa, a sostenere la necessità di regolamentare quello che aveva definito un «Far west». La soluzione pensata ora è un disegno di legge in sette articoli, che introduce pochi limiti e qualche multa. Scopo dichiarato, quello di «fornire una disciplina uniforme a livello nazionale volta a fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento». All’articolo 2 c’è il «codice identificativo nazionale», da esporre sulle porte e indicare sui siti, pena una multa che potrà andare dai 300 ai 5.000 euro. All’articolo 4 c’è la «durata minima» di due notti, obbligatoria nelle città metropolitane, quindi anche a Venezia, ma da cui vengono esclusi nuclei familiari con tre figli. All’articolo 5 l’obbligo di dichiarazione di inizio attività per chi affitta in forma imprenditoriale con multe dai 2.000 ai 10.000 euro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino