Dai 200 ai 250 euro a studente per un posto letto: affittare casa ora è un affare

la sede dell'università in centro a Rovigo
​ROVIGO <WC1>Un posto letto per uno studente fuori sede a Rovigo costa in media tra 200 e 250 euro: «Un appartamento medio, con due camere da letto e quattro posti...

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​ROVIGO <WC1>Un posto letto per uno studente fuori sede a Rovigo costa in media tra 200 e 250 euro: «Un appartamento medio, con due camere da letto e quattro posti letto, può rendere così da 800 a <WC>mille<WC1> <WC>euro a<WC1>l mese», spiega Vittorio Ceccato. Il vice presidente di Confesercenti Venezia-Rovigo aggiunge poi che la percentuale di insolvenza tra gli affittuari studenti è prossima allo zero, e che «studi su città universitarie di più lunga tradizione rispetto a Rovigo, mostrano che un ateneo può generare anche il 10 per cento del prodotto interno lordo cittadino», quindi fino a un decimo dei beni e servizi prodotti nella città in cui ha sede.<WC> <WC1>Di queste e altre opportunità nel capoluogo per realizzarsi pienamente come città universitaria, si è parlato a palazzo Angeli nell’incontro che il Consorzio <WC>u<WC1>niversità Rovigo ha condiviso con <WC>il Comune<WC1> e rappresentanti di associazioni di categoria<WC>,<WC1> per fare il punto della situazione su alloggi e residenze per studenti. Tema d’attualità, al quale Immobiliare.it pochi mesi fa aveva dedicato uno studio sulla salita dei prezzi, post Covid, che per le camere doppie, <WC>per<WC1> esempio, assegnava la palma di città più cara a Milano (348 euro il prezzo medio), con Bologna quinta (249 euro) e Padova sesta (231).<WC> <WC1>A Rovigo, dopo l’inaugurazione nel settembre 2021 dello studentato in viale Porta Adige con 100 posti letto, cosa è stato fatto per la domanda di alloggi, tra residenze e libero mercato? La crescita segue le cifre degli iscritti alle facoltà attivate dagli atenei di Padova e Ferrara al Cur, aumentati da 1.290 nell’anno accademico 2006-2007 (con 341 matricole) a 1.899 lo scorso anno accademico (531 matricole), con un picco di 2.408 iscritti nel periodo 2012-2013. Arriva da fuori provincia circa la metà degli iscritti al Cur, ai quali vanno aggiunti gli studenti del <WC>c<WC1>onservatorio Venezze non residenti (i fuori sede sono quasi 250) e inoltre, tra i circa <WC>cento<WC1> docenti del conservatorio, l’80 per cento<WC> <WC1>arriva da fuori città. Tuttavia «a oggi non c’è una particolare emergenza abitativa: la situazione è gestibile. Però il salto di qualità a città universitaria è legato anche a servizi, come gli alloggi, che richiedono un cambio di mentalità della popolazione», ha affermato il presidente del Cur, Diego Crivellari, affiancato dal vice Paolo Avezzù nel presentare anche le agevolazioni fiscali riconosciute dalle normative.

SCONTI FISCALI

I contratti di locazione a uso abitativo per studenti fuori sede possiedono infatti caratteristiche particolari. Il locatore può scegliere tra deduzione Irpef (del 30 per cento, oltre alla deduzione ordinaria del 5%) del canone di locazione concordato, oppure la cedolare secca al 10%. Mentre il locatario fuori sede (o i genitori, avendolo a carico se non ha reddito) potrà detrarre dall’Irpef il 19% dei canoni pagati in un anno, fino a un massimo di 2.633 euro. Ma a due condizioni: la prima è che la sua residenza sia a non meno di 100 chilometri dal luogo in cui ha sede l’università o il conservatorio in cui studia<WC>,<WC1> la seconda è che l’immobile sia nello stesso comune o in comuni limitrofi alla sede di studi.<WC> <WC1>Malgrado le agevolazioni, forse poco conosciute, c’è ancora diffidenza tra i rodigini proprietari di immobili ad affittare a studenti universitari. Al contrario, Ceccato per Anama e per Ape-Confedilizia, e il presidente provinciale Fiaip Andrea Fiocchi, associazione che in Polesine riunisce 51 agenzie immobiliari, ricordano che a soddisfare la domanda in crescita<WC>,<WC1> anche da parte di studenti residenti in Polesine pronti a trasferirsi nel capoluogo da altri <WC>c<WC1>omuni<WC> e<WC1> in particolare dall’area del Delta<WC>,<WC1> potrebbero contribuire da una parte «gli immobili sfitti, che rappresentano circa il 4-5 per cento del patrimonio a Rovigo», e dall’altra «gli immobili da ristrutturare e recuperare per questa finalità».


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Il Gazzettino