La scuola segnala violenze sul bimbo, affido revocato dopo 4 anni. I genitori: «Sono tutte falsità»

Affido revocato dopo 4 anni
TREVISO -  «Sono tutte falsità, saremo noi ad andare in Procura». Per quattro anni ha fatto da papà a quel bimbo difficile, con sintomi di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

TREVISO -  «Sono tutte falsità, saremo noi ad andare in Procura». Per quattro anni ha fatto da papà a quel bimbo difficile, con sintomi di iperattivismo e problemi di apprendimento, dato in affido a lui e alla moglie. Lo scorso novembre erano state avviate persino le pratiche per l'adozione, ma la situazione è precipitata nel giro di pochi giorni fino al culmine, lunedì scorso, 7 giugno, quando il Tribunale dei minori, su indicazioni dell'Usl, ha disposto il trasferimento immediato del bambino in una struttura, la Fondazione Bernardi di Parè di Conegliano. La revoca dell'affido è scattata a seguito di una relazione della direttrice della scuola paritaria frequentata al mattino dal piccolo, che ha poco meno di 8 anni, nella quale, stando a quanto appreso dai legali dei genitori affidatari, sarebbero state descritte presunte condotte violente subite dal bambino, costretto a docce fredde quando faceva la pipì a letto, ma anche colpito con calci, schiaffi, e persino ciocche dei capelli strappate. «Non lo abbiamo mai toccato, neanche con un dito, e l'ultima relazione del 7 aprile sul bambino diceva che stava facendo progressi - spiega il genitore affidatario -. Il punto è che nessuno ci ha dato conto di quali accuse ci fossero state rivolte: ce lo hanno tolto e basta, trattando il piccolo come un pacco postale. In questa storia è lui che rischia, in questo modo, di subire ulteriori traumi».

LA BATTAGLIA
Entrambi laureati, con un lavoro, in grado di garantire sicurezza al bimbo, moglie e marito chiedono la possibilità di vedersi riconosciuto il diritto di ribattere alle considerazioni presenti nel dossier, per loro inaccessibile, che ha portato alla decisione di revocare l'affido. «La situazione è precipitata improvvisamente senza che ci sia stata data la possibilità di controbattere alcunché - spiega il loro legale, l'avvocato Giovanni Bonotto -. Com'è possibile che due persone che fino a poco tempo fa erano considerate idonee per l'adozione, e pronte a farlo nonostante le tante difficoltà, si trasformino in aguzzini»?

LA DIFESA


Il legale ha subito avviato delle indagini difensive, raccogliendo pareri e testimonianze di chi, nelle attività pomeridiane e non solo, seguiva il bambino. «È stata escluso qualsiasi scenario di violenza in casa - spiega l'avvocato -. Persino il dettaglio delle ciocche di capelli strappate non trovano riscontro, elemento che di fatto sarebbe stato evidente a chi vede ogni giorno il piccino. Abbiamo cercato anche di parlare con la persona che, dalla scuola, ha redatto la relazione di 22 pagine che ha fatto scattare l'intervento del Centro per l'affido e del Tribunale, ma ci siamo trovati di fronte a un muro di gomma». Il legale ha proceduto con una richiesta atti in modo da ricostruire tutta la vicenda, ma al tempo stesso ha scritto una lunga relazione con quanto acquisito finora inoltrandola all'Usl, alla Fondazione Bernardi, ma anche ai parlamentari Angela Colmellere e Sonia Fregolent e al presidente del Tribunale dei minori di Venezia e alla Procura di Treviso. Sul caso è intervenuto anche il dg dell'Usl Benazzi: «Bene fare luce, ma la priorità, si ricordi, rimane sempre l'interesse psico fisico dei bambini». 
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino