I genitori si separano: dopo 7 anni con il papà le due figliolette rischiano di essere trasferite di punto in bianco dalla mamma

I genitori si separano: dopo 7 anni con il papà le due figliolette rischiano di essere trasferite di punto in bianco dalla mamma (Foto di Lorri Lang da Pixabay)
SAN VITO (PORDENONE) - La conflittualità fra i genitori dopo la separazione è da sempre fonte di grandissima sofferenza per i figli, che non riescono e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

SAN VITO (PORDENONE) - La conflittualità fra i genitori dopo la separazione è da sempre fonte di grandissima sofferenza per i figli, che non riescono e d'altra parte non sono nemmeno in grado di capire situazioni spesso legate a ripicche, ricatti, paure a volte ingiustificate da parte di entrambi di perdere l'oggetto del loro amore. E così succede che due bambine del Sanvitese, che chiameremo Alessandra e Rebecca, di 10 e 8 anni, a sette anni dalla separazione fra i genitori, in cui hanno continuato a vivere con il padre, ora rischiano di dover cambiare casa, paese e provincia per andare a vivere nell'abitazione dei nonni materni, in provincia di Udine, assieme alla madre. È quanto suggerito in una relazione del Servizio sociale dei Comuni dell'Uti Tagliamento sull'attuale situazione famigliare. Una soluzione dettata dall'esigenza di creare una equidistanza fra le due parti genitoriali e consentire alle due ragazzine di riappropriarsi dell'affetto di entrambi i genitori.


Fino a poche settimane fa, però, le due bambine non ne volevano sapere di tornare con la madre e nemmeno di farle visita nelle giornate a lei concesse dal Tribunale di Belluno, località in cui attualmente risiede con il suo nuovo marito.


«Le bambine hanno provato a vivere con la madre, per una quindicina di giorni, l'anno scorso riferisce il padre cominciando a frequentare anche una scuola locale, ma non ce l'hanno fatta e hanno voluto assolutamente tornare con me: si rifiutavano di vivere là. Ma non solo, ogni volta che la madre veniva a prenderle si rifiutavano di partire, tanto che la mia ex moglie ha più volte chiamato le forze dell'ordine, accusando me di non volerle lasciare andare. Forze dell'ordine che hanno constatato più volte l'assoluta ritrosia nei confronti della madre». A questo si aggiunge un episodio che ha indotto le bambine a temere per le condizioni di salute della mia ex moglie».


Il Tribunale di Belluno, in seguito alle richieste dei legali della donna, ha richiesto un approfondimento proprio al Servizio sociale di San Vito, che ha incontrato più volte le bambine, sottoponendole anche a test atti a determinare il loro grado di maturazione intellettiva ed emotiva. Dagli ultimi incontri emergerebbe una loro minore avversione nei confronti della madre e la consapevolezza che una situazione meno conflittuale fra il papà e la mamma darebbe loro una maggiore tranquillità affettiva.


«Se il Tribunale di Belluno accogliesse il suggerimento delle assistenti sociali di trasferire le mie figlie dai nonni materni potrebbero togliermele da un giorno all'altro. Oggi (mercoledì 4 novembre), fra l'altro, è la giornata in cui dovranno andare dalla madre, come stabilito legalmente. La mia paura è che, se il giudice ha già emesso la sua sentenza, cosa che non mi è dato di sapere in anticipo, non le rivedrò più qui a casa e loro verranno completamente sradicate dal contesto sociale in cui hanno vissuto finora: scuola, parrocchia, amici, parenti. Oggi pomeriggio, alle 16, all'uscita da scuola, potrebbe essere l'ultima volta che vedo le mie figlie». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino