Aeroporto Verona: chiude Aerogest, patto tra soci pubblici per frenare Save

Aeroporto Verona: chiude Aerogest, patto tra soci pubblici per frenare Save
VERONA - I soci di Aerogest, la società che riunisce gli enti pubblici dell'aeroporto Catullo di Verona Villafranca, hanno espresso un indirizzo ufficiale per la loro...

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VERONA - I soci di Aerogest, la società che riunisce gli enti pubblici dell'aeroporto Catullo di Verona Villafranca, hanno espresso un indirizzo ufficiale per la loro adesione all'aumento di capitale da 30 milioni per il rilancio dello scalo veronese.


Un aumento di capitale complesso che si innesta nel confronto aperto tra Save, la società veneziana guidata da Enrico Marchi che detiene il 41,8% delle quote e che controlla anche gli scali di Venezia e Treviso, e appunto, gli enti pubblici raggruppati in Aerogest con il 47%. Alla finestra Fondazione Cariverona al 2,9% (che vorrebbe crescere acquisendo quote da Save che non vuol vendere), la Provincia di Bolzano al 3,6%, quella di Brescia al 2,1% e altri enti al 2,6%. Spiega il presidente della Provincia di Verona, Manuel Scalzotto: «La Legge Madia non ci permette di dar corso all'aumento attraverso Aerogest. Dovremmo farlo direttamente come singoli enti pubblici, e quindi oggi abbiamo anche deciso di andare allo scioglimento di Aerogest». 


«La società va messa in liquidazione in quanto rientra tra quelle che non hanno fatturato, dipendenti e che da 3 anni sono in passivo per le quali la Legge Madia ha sancito la chiusura - conferma il presidente della Camera di Commercio di Verona, Giuseppe Riello -. Ma non è un problema, perché ogni socio pubblico, tornato in possesso delle sue quote in Aerogest, aderirà poi singolarmente all'aumento. Invece, l'altra novità è che abbiamo anche deciso di dar corso ad un patto di sindacato che mantenga uniti i soci pubblici, soprattutto nei confronti di Save. Sarà una specie di Aerogest 2 La Vendetta». 


«L'unità d'intenti dimostrata dai soci di Aerogest verso l'aumento del Catullo va nella direzione giusta - dichiara Paolo Borchia, europarlamentare veronese della Lega -. Auspichiamo che nelle prossime trattative con Save, uno dei cardini principali sia la definizione di un amministratore delegato e di un commerciale aviation dedicati allo scalo veronese».


SATELLITE

«Alla fine è andata come avevamo previsto. I soci pubblici sciolgono Aerogest e rimane Save come socio privato. Dopo continui interventi della Lega e del consigliere Valdegamberi (Lista Zaia) sulla necessità di cacciare Save dall'aeroporto», commenta Michele Bertucco, consigliere di Sinistra in Comune: «Il presidente della Provincia di Verona, Scalzotto (Lega), il presidente della Provincia di Trento, Fugatti (Lega), il sindaco di Verona, Sboarina, hanno deciso assieme agli altri soci pubblici di sottoscrivere l'aumento, di sciogliere la società Aerogest che doveva già essere chiusa da tempo in base alla legge Madia e di fregarsene delle richieste dei leghisti nostrani che per mesi hanno ululato alla luna chiedendo di cacciare Save dimenticando che in una spa se l'azionista non vende non si caccia nessuno - conclude Bertucco -. Quello che manca ancora una volta è la visione del futuro del Catullo: occorre chiarire i rapporti con Save, il socio privato che la politica di centrodestra si era tirata in casa per evitare il default. Era chiaro fin dall'inizio che Save non lavora per Verona, ma per Venezia, rispetto alla quale lo scalo scaligero è un satellite».
M.R.
 

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Il Gazzettino