Atlantia (Benetton) mette un piede al Marco Polo: il 21% di Save è suo

Atlantia (Benetton) mette un piede al Marco Polo: il 21% di Save è suo
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VENEZIA - Atlantia mette un piede nell’aeroporto Marco Polo di Venezia. La società per azioni di Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma, il cui principale azionista è la famiglia Benetton, ha acquistato il 21,3 per cento del capitale di Save, concessionaria della gestione del sistema aeroportuale di Venezia e Treviso, terzo polo aeroportuale italiano. Una partecipazione costata un investimento complessivo pari a circa 174 milioni di euro, «ma un’operazione - precisano ad Atlantia - finanziaria e non industriale, che non prevede la presenza di rappresentanti di Atlantia nel cda di Save».


L’accordo è stato sottoscritto ieri con San Lazzaro Investments Spain ad un prezzo di 14,75 euro per ogni azione Save (titoli che in serata hanno chiuso a 16,78 euro, con un incremento del 2,38%. «L'accordo prevede inoltre un meccanismo di integrazione parziale del prezzo qualora entro tre anni venisse promossa un'offerta pubblica di acquisto o scambio sul titolo Save ad un prezzo superiore a quello riconosciuto in data odierna, eventualità della quale Atlantia non è a conoscenza» precisa una nota di Atlantia. La partecipazione acquisita, precisa ancora il comunicato, "non fa parte di alcun patto di sindacato e non conferisce ad Atlantia diritti ulteriori rispetto a quelli previsti dallo Statuto di Save". 

Non si tratterebbe dunque di una "scalata" per salire al vertice di Save, né una manovra di contrasto ad Enrico Marchi, presidente e amministratore delegato del gruppo, oltre che presidente di Finint. Atlantia ha di fatto acquistato le quote finora in mano al fondo d’investimento Amber del miliardario Joseph Oughourlian che, in questi anni, si era rivelato come il socio più ostico nei confronti di Marchi, avendo rilevato alla fine del 2012 il 15% delle azioni precedentemente di proprietà del Comune di Venezia, ed arrivando così ad essere il secondo azionista di Save. Atlantia nel 2013 aveva invece portato a conclusione la fusione per incorporazione di Gemina Spa, azionista di maggioranza di Aeroporti di Roma, affiancando questo secondo core business a quello delle concessioni autostradali.


Dall’aeroporto veneziano l’operazione messa a segno da Atlantia viene commentata come «una dimostrazione dell’interesse per Save e un segnale che conferma il buon lavoro fatto in questi anni, con ulteriori possibilità di investimento». Nessuna dichiarazione diretta da parte di Enrico Marchi che, comunquem resta saldamente primo azionista con il 51% delle azioni attraverso Marco Polo Holding, a sua volta posseduta da Finint per il 51%. Nel Cda di Save non entreranno nemmeno rappresentanti di Atlantia, a differenza dei due componenti di Amber (Giorgio Martorelli e Maurizio Cereda) che erano stati nominati nell’aprile 2015 determinando una sorta di "tregua" con il management accusato di "mancanza di investimenti e la scarsa incisività nello sviluppo aeroportuale". Save ha chiuso il primo semestre di quest’anno con ricavi pari a 86 milioni di euro (+15,9% sullo stesso periodo del 2015) e un utile di periodo di 16 milioni (+ 31,5%). E bastano queste cifre per comprendere l’interesse di Atlantia.
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Il Gazzettino