Il sindaco Luigi Brugnaro pone l'altolà a Enrico Marchi: «Venezia la gestisco io»

Lo scontro con il presidente di Save si allarga dalla tassa d’imbarco alla politica municipale

Luigi Brugnaro
VENEZIA - L’aeroporto a chi gestisce l’aeroporto, la città a chi gestisce la città. Niente invasioni di campo con secondi fini (leggi mire...

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VENEZIA - L’aeroporto a chi gestisce l’aeroporto, la città a chi gestisce la città. Niente invasioni di campo con secondi fini (leggi mire politiche, vere o presunte). È un semaforo rosso, quello che il sindaco Luigi Brugnaro torna a piazzare davanti a Enrico Marchi, presidente di Save, la società dell’aeroporto di Venezia. Braccio di ferro antico, quello tra i due, che si gioca sul terreno della tassa d’imbarco (i 2.5 euro a passeggero) che il Comune ha introdotto in aggiunta ai 6.5 euro governativi. Il sindaco, stavolta, marca il territorio con ancora più decisione. E lo fa al Venice Hotel Market, la rassegna sull’hotellerie e sul turismo alberghiero, organizzata dall’Associazione veneziana albergatori all’hotel Monaco & Gran Canal di Venezia.

Un Brugnaro praticamente a ruota libera ieri è partito parlando del contributo d’accesso a Venezia che esordirà il 25 aprile, finendo per tracciare il bilancio di quasi 10 anni di amministrazione. Ma l’intervento si è scaldato quasi subito, a proposito del ticket d’imbarco aeroportuale. Il riferimento - ancora una volta - è stato chiaro. A partire dall’incipit, collegato a una nota di un mese fa con cui Marchi - criticando il ticket d’imbarco - aveva accusato l’amministrazione di voler finanziare, con questa tassa, la costruzione del di stadio e palasport. «Non mi spiego - aveva detto Marchi il 5 marzo - la scelta del Comune di indebitare la città e i suoi abitanti per 200 milioni di euro per realizzare lo stadio quando, come normalmente avviene, questo tipo di investimento avrebbe potuto essere fatto dai più grandi gestori di stadi e palestre al mondo, con conseguente maggiore efficacia a livello costruttivo e l’inserimento degli impianti in un network internazionale, senza pesare sulle spalle dei contribuenti». Un’ingerenza di campo, secondo Brugnaro. Che infatti ieri ha risposto.
«Ogni provvedimento che faccio è pensato in favore della città - ha esordito il sindaco - Se introduco 2 euro e mezzo in più sulla tassa dell’aeroporto è perché ritengo che Venezia abbia bisogno di quel contributo, punto. Io non sono solito discutere in casa d’altri. Ritengo che l’aeroporto sia gestito bene, ma vorrei che anche gli altri si comportassero allo stesso modo, lasciate gestire la città al sindaco. Non credo che si debba intervenire su tutto». 

INTERESSI
E poi la stoccata a distanza, riferita al recente sbarco di Marchi nell’editoria locale con il gruppo Nem che controllo Nuova Venezia e altri quotidiani veneti e friulani. «Inoltre, nonostante il Tar ci abbia già dato ragione e siamo in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato, vedo che su qualche giornale, in particolare qualcuno che è stato comprato appositamente, si continua a fare pressione su questi 2 euro e mezzo, che sembrano essere il dramma del mondo, ma non è così. È una bugia, ed è chiaro l’interesse. Qualcuno pensa di portare a Venezia il doppio dei visitatori anche se arrivano con biglietti da 20 euro in tasca. Questa città non ha bisogno di quel tipo di persone, noi abbiamo già tanta gente. In questi mesi intanto l’aeroporto è cresciuto del 5% a prescindere dalla tassa di sbarco».
«Il Comune insieme alle Ferrovie e al Governo - ha aggiunto il sindaco - ha deciso di collegarlo al resto del territorio con l’alta velocità. Lo abbiamo deciso noi, i nostri tecnici hanno fatto in modo che l’opera potesse essere realizzata grazie ad un investimento di 500 milioni. Un’idea che mi hanno detto sia nata da Enrico Marchi e sono felice di riconoscere a lui questo merito, ma lo abbiamo realizzato noi. Senza il Comune un’opera come quella non la fai, questo a riprova del fatto che siamo d’accordo sulle opportunità che derivano dallo sviluppo aeroportuale. Così come siamo convinti dello sviluppo delle crociere e del porto. Questa è una città di gente che fa baruffa continuamente su tutto».

LE RAGIONI DELLA TASSA


Un Brugnaro fluviale, sul tema. «Tornando all’aeroporto - ha proseguito - negli ultimi mesi abbiamo firmato accordi con nuove compagnie, arrivate a Venezia, dal Qatar, alla Delta Airwais, Norvegia e nessuna di queste compagnie ha mai sollevato il problema dei due euro e mezzo, ma secondo voi il problema è quello? Inoltre la tassa comunale di cui parlano, quella che il presidente del Friuli-Venezia Giulia ha tolto, la tassa comunale, si chiama solo così ma al Comune non arriva nulla. Dei 6,5 euro al comune arrivano solo 9 centesimi, il resto va ad altri tra cui Enac e Save. Se volete eliminare qualcosa, allora, dico di eliminare quella tassa. Mentre i 2,5 euro arrivano tutti alla città. Che da quest’anno non avrà più il finanziamento della Legge speciale, di cui questa città avrebbe bisogno. E dato che esiste una norma che mi consente in queste condizioni di poter applicare una tassa io lo faccio. Non porterà certo le risorse della Legge speciale, parliamo infatti di cifre attorno ai 10 milioni di euro, ma porterà dei soldi che verranno impiegati per la ristrutturazione di Venezia».
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Il Gazzettino