La Protezione civile cancella l'Aeroclub dal suo registro

La Protezione civile cancella l'Aeroclub dal suo registro
PORDENONE (c.a.) - L'Aeroclub Pordenone è stato cancellato dall'elenco regionale delle organizzazioni di volontariato che svolgono attività di protezione...

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PORDENONE (c.a.) - L'Aeroclub Pordenone è stato cancellato dall'elenco regionale delle organizzazioni di volontariato che svolgono attività di protezione civile. Il decreto è stato firmato il 23 settembre dall'assessore regionale Riccardo Riccardi, una decisione figlia dell'inchiesta della Guardia di finanza pordenonese sulla gestione dell'aviosuperficie della Comina. Il Club Aeronautico Pordenone onlus, si legge nel provvedimento, non ha i requisiti per far parte della Protezione civile e non potrà fregiarsi del logo regionale (neanche su internet) né agire in nome e per conto della stessa. Contro il decreto è possibile presentare un'istanza al Tar o un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.

I REQUISITI

Nel corso dell'estate anche il Comune di Pordenone aveva depennato l'Aeroclub dalla lista delle associazioni no profit. Ora anche la Regione, sulla scorta delle risultanze dell'indagine delle Fiamme gialle, ritiene che l'associazione sia priva dei requisiti essenziali per essere iscritta nel Registro generale del volontariato (assenza di fini di lucro; democraticità della struttura; gratuità delle prestazioni fornite; criteri di ammissione ed esclusione degli aderenti; obblighi e diritti degli aderenti). A pesare sulla decisione è quanto è emerso dall'inchiesta: l'Aeroclub non avrebbe mai fatto attività di protezione civile, bensì commerciali.

LE VIOLAZIONI

È stato accertato che avrebbe violato il divieto di svolgere attività di volontariato retribuita e di distribuzione degli utili attraverso i rimborsi ai soci. Ed è stato inoltre considerato l'aspetto legato all'utilizzo dell'hangar per un aero di contrabbando. «L'attività di protezione civile dell'associazione è inesistente - si legge nel decreto -. A tal riguardo i soci non sono risultati essere stati impiegati in attività di formazione, addestramento e operative ai fini di protezione civile. Per converso, gli stessi, risultano essere stati dediti esclusivamente alla pratica del volo da diporto sportivo».


L'HANGAR

Nel decreto si contesta anche il fatto che le strutture della Comina non siano state usate per attività di protezione civile, ma «per le esigenze commerciali dalle chiare finalità privatistiche della Alpi Aviation Srl». E si ricorda che lo scorso 5 luglio la Corte dei conti ha disposto un sequestro conservativo prospettando un danno erariale. Nessun effetto hanno sortito le controdeduzione dell'Aeroclub, che ha evidenziato l'illegittimità del decreto e la mancanza di presupposti per emetterlo. Secondo gli inquirenti, l'associazione non faceva attività di tipo pubblicistico e di conseguenza usava senza averne titolo l'area demaniale della Comina, dove ci sono due piste e un hangar da un milione di euro. Quest'ultimo è stato realizzato in un sedime destinato ad attività di protezione civile con mutuo regionale da 350mila euro e 700mila euro sborsati, come ha sempre precisato il presidente Stefano Turchet, dai soci.

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Il Gazzettino