Le "pulizie di primavera" a Treviso: squadre di penne nere in azione

Alpini al lavoro a Treviso per sistemare la città in vista dell'adunata
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TREVISO - Legno ovunque, pan e sopressa, Dio del cielo (e non solo) misto a quell'inconfondibile eau de moro che trabocca dai bicchieri e si stempera nell'aria. Ecco gli indizi inequivocabili del count-down: meno 3 all'Adunata del Piave. E Treviso somiglia sempre più ad un borghetto alpino. Ieri sono iniziati i preparativi: parcheggi deserti e atmosfera un po' da Sabato del villaggio nelle piazze e tra le strade. Chilometri di nastro segnaletico, la geografia pre adunata racconta la città come un allegro cantiere, sul quale si spande una musichetta con trionfo di fisarmoniche e canti di montagna rigorosamente interzati.

 
Il benvenuto arriva dagli intrepidi di Schio: età media 65 anni, professione tinteggiatori di fontane. «Siamo appena tornati dalle Marche - spiegano Sergio e Lucio - rientrati il 25 aprile e ora pronti per fare il nostro dovere a Treviso». Hanno 23 fontane da scartavetrare e ridipingere. «Vedrete che gioiellini», promettono. Gli scledensi, come il popolo dei manutentori e carpentieri sono acquartierati all'ex provveditorato in via Montello. 

Zelio Morero invece, 69 anni tondi tondi, solca il Calmaggiore con una bicicletta tricolore, un tripudio di coccarde, la borraccia ton sur ton e la moglie un po' defilata dietro. «Veniamo da Pinerolo - spiega- abbiamo il camper in zona stadio e ci muoviamo in bici. Mai stati a Treviso, cosa ci siamo persi!». Giocare d'anticipo funziona. È uno dei primi alpini folk in città, gli smartphone e gli applausi sono tutti per lui e il suo velocipede.

E non c'è solo il cappello da alpino: la versione 2.0 è il caschetto con penna nera. Dodici alpini carpentieri stazionano in zona università: dopo aver riverniciato tutto il ponte si tratta ora di cambiare le assi. 



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Il Gazzettino