I cappelli di Eligio Grizzo e Ottavio Pes in testa alla sfilata: commozione a Rimini per gli alpini friulani andati avanti

Il cappello alla memoria di Eligio Grizzo
Tra le mani amorevoli di Daniele Boltin, alpino pordenonese che ha improvvisato l’iniziativa, un cuscino tricolore. Il morbido appoggio per un cappello pesante, di emozioni...

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Tra le mani amorevoli di Daniele Boltin, alpino pordenonese che ha improvvisato l’iniziativa, un cuscino tricolore. Il morbido appoggio per un cappello pesante, di emozioni e lacrime. La prima Penna nera a sfilare in testa alla sezione di Pordenone è stata quella di Eligio Grizzo. L’ex vicesindaco della città scomparso venerdì era “presente”, come ha sottolineato anche lo speaker dell’Adunata di Rimini. È stata la famiglia di Eligio, a esprimere quest’ultimo desiderio: l’alpino Grizzo a Rimini, rappresentato dal suo cappello con la penna. «Oggi l’alpino Eligio Grizzo ha marciato con tutto il Friuli Occidentale», hanno rimarcato i sindaci pordenonesi presenti all’Adunata. Poco più lontano, un altro cappello: quello di Ottavio Pes, l’alpino centenario sopravvissuto Nikolajewka e alla pandemia che si è spento a settembre in ospedale a Pordenone. Aveva 100 anni, questa è stata la prima sfilata senza di lui. Infine l’ultimo ricordo, quello per Marco Celant, il 38enne di Fiume Veneto morto sul lavoro a San Vito al Tagliamento nel giugno scorso. Era un alpino anche lui, e ieri c’era.

 
IL TRANSITO


All’Adunata di Rimini i friulani hanno invaso la strada principale che guarda in faccia il Mar Adriatico. «Il Friuli non delude mai», ha detto lo speaker notando una presenza più folta rispetto ad altri gruppi di regioni più popolose. Il passaggio è avvenuto in netto anticipo rispetto alla tabella di marcia, cioè verso le 13.30. La fanfara della Julia, il “Battaglion Cividale”, la sezione della Carnia e quella di Gemona, accompagnata quest’ultima dal ricordo dell’impegno delle Penne nere nei giorni tragici del terremoto. E poi Udine, a fare la voce grossa con un fiume di alpini che hanno invaso pacificamente il lungomare di Rimini. Anche la sezione del capoluogo friulano aveva un suo cappello da portare dolcemente tra le braccia. Era quello di Narciso Varutti, alpino 77enne di San Vito di Fagagna morto due settimane fa. «Voleva essere qui con noi, ce lo ha detto fino all’ultimo istante. E noi l’abbiamo accontentato, era qui come aveva chiesto», ha detto il presidente della sezione udinese, Dante Soravito De Franceschi. 


L’EMOZIONE


«Il Friuli - ha ripetuto lo speker della parata - ci ha insegnato come si trasforma un disastro in una rinascita». E una rinascita, anche se meno cruenta, lo è stata anche quella di ieri, dopo due anni di pandemia e di adunate azzerate dalle norme anti-Contagio. «Pensando a quanto abbiamo sofferto negli ultimi 24 mesi - ha detto il presidente dell’Ana pordenonese, Ilario Merlin - possiamo dire che a Rimini sia andata benissimo. Noi tra i più numerosi? Ce lo hanno detto (quasi mille, le Penne nere della sezione calcolate sul lungomare, ndr), ma io non ho mai avuto dubbi su questo punto. Il cappello in memoria di Eligio Grizzo è stata un’improvvisata doverosa, così come l’omaggio a Pes. Ci siamo emozionati. Possiamo chiamarla l’Adunata della ripartenza ma anche del ricordo». Da segnalare anche la festa per Franco Paties, che proprio nel giorno della sfilata ha compiuto 90 anni. È già stato presidente del coro Ana Montecavallo. 


«C’era una grande voglia di ritrovarci - ha detto invece il presidente udinese -. Sono orgoglioso per la grande partecipazione che si è vista. Il prossimo anno toccherà a noi e avremo molte più persone rispetto a quest’anno. Agli alpini che verranno a farci visita a Udine posso dire solo una cosa: venire in Friuli, per loro sarà come tornare in qualche modo a casa». 

 

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Il Gazzettino