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PORDENONE - Striscioni e bandiere distribuite a tutti i gruppi alpini della provincia di Pordenone, che provvederanno ad esporli in questi giorni per far percepire «l’aria alpina». E poi sono già sicure 1.900 penne nere per sfilare domenica 14 maggio, molte di più delle solite 1.300 circa delle altre adunate. Senza poi contare che anche il Pordenonese è “invaso” di alpini e simpatizzanti, con alberghi esauriti e palestre e strutture similari reclutate per alloggiare la marea montante che sta confluendo in Friuli Venezia Giulia per l’Adunata degli Alpini 2023. Ilario Merlin, presidente della sezione Ana di Pordenone, descrive così la partecipazione della Destra Tagliamento all’evento che dall’11 al 14 maggio avrà come cuore pulsante Udine. Pordenone ha ancora vive le immagini dell’adunata che ospitò 9 anni fa, nel 2014, «un appuntamento che lascia molto – sottolinea Merlin -: dal punto di vista morale, dell’allegria e, naturalmente, anche da quello economico. Non a caso anche a Udine è previsto un rapporto per capire l’incidenza dell’Adunata sul contesto». Per un appuntamento che «è nato come l’Adunata del Friuli Venezia Giulia», si è «tutti mobilitati, anche se i volontari pordenonesi potranno essere impegnati nei giorni precedenti, ma non nei turni vincolanti tra venerdì e domenica», argomenta Merlin. Il motivo è tecnico: «La protezione civile alpina di Pordenone deve essere pronta a partire in caso di emergenze perché fa parte della colonna mobile nazionale – dettaglia -. Abitualmente la prima a doversi muovere è Udine, ma nel corso del 2023, proprio per l’evento dell’Adunata, in prima fila non sono gli udinesi ma i pordenonesi».
QUESTIONE DI SOLIDARIETÀ
Comunque, com’è nello spirito alpino, la solidarietà è piena.
I PENDOLARI
Del resto, ragiona Merlin, «si è più vicini a Udine se si trova un alloggio a Cordovado che non a Tarvisio». E molte penne nere devono aver fatto questo ragionamento. Oltre a tutti coloro che hanno trovato ospitalità e accoglienza nel Pordenonese, «si devono aggiungere i pendolari, che – considera Merlin – non sono pochi. Infatti, anche l’età degli alpini si va alzando e, di anno in anno, cresce il numero di quanti preferiscono tornare a dormire nel proprio letto, piuttosto che pernottare in tenda o, comunque, fuori casa». Ad ogni modo, conclude il presidente della Sezione Ana di Pordenone, «la partecipazione corale e l’entusiasmo per l’evento sono ai massimi livelli».
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Il Gazzettino