​Luca Zaia: «Estrazioni, pronto a oppormi al Governo»

Il presidente della Regione sul rischio ripresa: «Non ho ancora ricevuto la perizia che abbiamo chiesto a Iuav, Cnr e Università»

Una piattaforma per l'estrazione del gas in Adriatico
PORTO TOLLE - Sulle trivelle il presidente del Veneto Luca Zaia non esclude lo scontro con il Governo. Ieri, infatti, durante una conferenza stampa ha usato toni forti e...

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PORTO TOLLE - Sulle trivelle il presidente del Veneto Luca Zaia non esclude lo scontro con il Governo. Ieri, infatti, durante una conferenza stampa ha usato toni forti e parole chiare: «Se il comitato scientifico regionale darà parere negativo all’estrazione di gas a largo del Delta del Po, ritenendo che possa essere un’attività pericolosa per un ambiente estremamente fragile, allora ci opporremmo a chi vorrà procedere comunque alla pianificazione delle operazioni di estrazione».

Il presidente Zaia, però, ha ribadito che al momento la relazione del tavolo tecnico-scientifico, richiesto dalla Regione, non è stata ancora prodotta, nonostante già sia uscita più di una indiscrezione sui rischi paventati proprio dal gruppo di lavoro formato da esponenti delle Università di Padova, Venezia, dello Iuav e del Cnr, chiamati, come spiegato dal sottosegretario all’Ambiente Claudio Barbaro, rispondendo ad un’interrogazione dell’onorevole Angelo Bonelli dell’Alleanza Verdi e Sinistra, a «un’analisi approfondita, nonché per accertare, con comprovata evidenza scientifica, che gli interventi proposti non generino effetti negativi sulle coste, rischi ambientali per l’ecosistema e danni socioeconomici alle attività presenti nel territorio del Delta polesano».
LE OSSERVAZIONI
I tecnici avrebbero ribadito che le carenze conoscitive non consentono di escludere effetti significativi sull’ambiente marino e costiero del Polesine e del Delta e che risulterebbe inaccettabile il minimo incremento del rischio di subsidenza legato all’estrazione del metano nell’Alto Adriatico. «Non ho ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale in merito – ha rimarcato Zaia - e per un’amministrazione pubblica questo è dirimente. Quando avremo un parere ufficiale allora ci muoveremo ma mi riservo di leggere prima i documenti ufficiali. Conosco bene quell’area e non nascondo le mie preoccupazioni per la salvaguardia di un ecosistema tanto eccezionale quanto fragile». 

Intanto, nel Consiglio dei ministri di ieri, il decreto-legge con le “Disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia, nonché per il funzionamento del mercato al dettaglio dell’energia elettrica”, che, secondo la bozza circolata, ripropone il via libera alle trivellazioni «nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo distante da quest’ultimo 40 chilometri a sud e che dista almeno 9 miglia dalle linee di costa», non è stato inserito all’ordine del giorno. A proposito di fragilità del Polesine, Zaia non ha nascosto la propria apprensione anche per il duplice evento sismico, di mercoledì e di sabato scorsi, due scosse, entrambe di magnitudo 4.2 con epicentro a Ceneselli, seguite in tutti e due i casi dopo poco tempo da una seconda scossa più lieve, di 2.4, a Salara: «Le scosse di terremoto nel Polesine ci preoccupano. I tecnici stanno monitorando, noi attendiamo indicazioni. Se siano scosse di assestamento o meno, non lo so dire. Ai cittadini faccio appello di rimanere sempre informati». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino