Gli allevatori insorgono: «Con nuove trivellazioni in Adriatico vongole e cozze a rischio»

DELTA DEL PO (ROVIGO) - «Siamo pronti a portare le istanze degli operatori polesani al Governo centrale. Vogliamo dare voce alle loro ragioni e a quelle degli...

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DELTA DEL PO (ROVIGO) - «Siamo pronti a portare le istanze degli operatori polesani al Governo centrale. Vogliamo dare voce alle loro ragioni e a quelle degli imprenditori agricoli locali». A lanciare l’allarme per il comparto ittico dell’estremo Delta è Pescagri Cia Veneto: «Se il progetto trivellazioni andrà avanti, vongole, cozze e ostriche del Delta rischiano di scomparire per sempre». Per la segretaria nazionale di Pescagri Cia, Marilena Fusco: «Difendiamo il lavoro di migliaia di pescatori, dietro ai quali vi sono altrettante famiglie. La comunità scientifica ha già dimostrato che le trivellazioni provocherebbero danni irreversibili all’itticoltura. La filiera sta attraversando un periodo di forte difficoltà per via degli esorbitanti aumenti dei costi dell’energia. Ulteriori perforazioni darebbero il definitivo ko. Porteremo avanti questa giusta battaglia assieme alle Istituzioni locali, che hanno più volte ribadito la loro contrarietà a un progetto che non trova alcun tipo di giustificazione». E proprio in nome di questa battaglia in questi giorni il presidente di Cia Rovigo, Erri Faccini ha fatto un sopralluogo in uno dei tanti allevamenti di vongole del Delta, nello specifico quello gestito da Maurizio Varagnolo a Porto Levante

IL SOPRALLUOGO 

Oltre che acquacoltore Varagnolo è anche un biologo: «In quest’area l’ecosistema è molto delicato - ha spiegato -. Dati i pesanti fenomeni di subsidenza verificatisi in passato, qualsiasi tipo di attività antropica che andasse nella direzione di nuove perforazioni potrebbe essere deleteria per il mantenimento dell’equilibrio. Mezzo metro d’acqua in più o in meno può davvero fare la differenza». Gli allevamenti di vongole vanno da Porto Caleri a Goro, proprio nello specchio acqueo compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del Po dove il Governo ha dato il via libera alle trivelle. 
«Da qualche tempo abbiamo registrato una contrazione della produzione, legata probabilmente ai cambiamenti climatici - evidenzia Varagnolo -.La perdurante siccità e l’aumento delle temperature hanno comportato, fra gli altri effetti nefasti, un incremento della salinità nelle acque dell’Alto Adriatico. In questo quadro, le trivellazioni non farebbero altro che peggiorare la situazione». 


Il mondo della pesca è in subbuglio da quando è arrivata la notizia di nuove perforazioni. Non bisogna dimenticare, infatti, come nel Delta siano oltre 2mila gli operatori del comparto, ora fortemente preoccupati: «Potremmo perdere tutto. Esportiamo le vongole veraci, ma anche cozze e ostriche, in ogni angolo del mondo: il danno economico, oltre che ambientale, sarebbe incalcolabile». Schierato con pescatori e agricoltori, il presidente Faccini si dice pronto a dare battaglia: «Negli anni passati i terreni del Delta sono sprofondati di quasi 4 metri. Di conseguenza, gli appezzamenti hanno perso valore e, a cascata, il territorio si è spopolato. Giova inoltre ricordare quanto sia dispendioso dover di continuo bonificare gli appezzamenti stessi».
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Il Gazzettino