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ADRIA (ROVIGO) - Mentre si avvicina il decennale della tragedia Coimpo e ancora non c’è una sentenza definitiva sul più grave incidente sul lavoro della storia recente del Polesine, arriva la nuova sentenza di appello, dopo che l’11 luglio scorso la Cassazione aveva rinviato ad un’altra sezione di Corte d’Appello la prima sentenza di secondo grado, che era stata pronunciata il 7 marzo 2022. In particolare, la sentenza di due anni fa della Prima sezione penale della Corte d’Appello di Venezia, era stata annullata relativamente alle decisioni riguardanti Alessia Pagnin, 57 anni, di Noventa Padovana, e Glenda Luise, 33, di Adria, entrambe componenti del cda della Coimpo, che in primo grado erano state condannate a 3 anni e 9 mesi e la cui pena era stata rideterminata in 29 mesi. Venerdì nei loro confronti la Seconda sezione penale d’Appello di Venezia ha pronunciato sentenza di assoluzione “per non aver commesso il fatto”.
LA CASSAZIONE
La Cassazione aveva anche annullato, ma senza rinvio ad nuovo giudizio bensì solo per la riconfigurazione della pena, la parte della sentenza relativa al capo d’imputazione che riguardava le lesioni personali gravissime subite da Massimo Grotto, “per essersi tale reato estinto per intervenuta prescrizione”, anche nei confronti degli altri quattro imputati, per i quali la nuova sentenza di appello ha ridotto la pena di un ulteriore mese.
IMPIANTO CONFERMATO
I sei imputati rispondevano in questo procedimento, scaturito dalla tragedia del 22 settembre 2014, quando durante lo sversamento di acido solforico nella vasca D della Coimpo-Agribiofert di Ca’ Emo si sprigionò una nube tossica che uccise i lavoratori dell’impianto Nicolò Bellato, Paolo Valesella, Marco Berti e l’autotrasportatore Giuseppe Baldan, di omicidio colposo plurimo, getto pericoloso di cose e violazione delle norme in materia ambientale, oltre alle lesioni colpose. In appello era stato confermato l’impianto della sentenza di primo grado, pronunciata il 29 ottobre 2019 dal giudice Nicoletta Stefanutti, che sostanzialmente ha retto al nuovo vaglio della Seconda sezione penale della Corte d’Appello, che pure ha assolto Alessia Pagnin e Glenda Luise, conformemente all’indicazione della Cassazione. Oltre alla ulteriore rideterminazione delle pene per gli altri quattro imputati, in virtù della prescrizione del reato di lesioni, per il resto, la sentenza del 7 marzo 2022 è stata confermata. Compresa la condanna al pagamento degli oltre 2,1 milioni di provvisionali alle parti civili. Erano invece già divenute definitive le assoluzioni nei confronti di Alberto Albertini, legale rappresentante della Psc Prima, la ditta del trasporto dell’acido di cui era dipendente Baldan, e di Mario Crepaldi, dipendente Coimpo.
Il nuovo verdetto di appello può essere nuovamente impugnato in Cassazione, seppure i margini per vedere accolte nuove istanze difensive a questo punto si facciano ridotti. Le difese, comunque, attendono le motivazioni di questa nuova sentenza, che saranno depositate entro 90 giorni, per le proprie valutazioni.
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