La Pro Loco di Adria lancia l’allarme: «Rischiamo di scomparire»

Adria in fiore, una delle iniziative realizzate dalla Pro loco
ADRIA - Tempo di (serie) riflessioni alla Pro Loco. Il sodalizio di piazza Bocchi cerca nuovi soci, ma soprattutto lancia un monito al tessuto cittadino, prevedendo un futuro...

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ADRIA - Tempo di (serie) riflessioni alla Pro Loco. Il sodalizio di piazza Bocchi cerca nuovi soci, ma soprattutto lancia un monito al tessuto cittadino, prevedendo un futuro molto incerto e complicato per tutti. «Nel maggio scorso - spiega la presidente Letizia Guerra - la nostra associazione ha adeguato il proprio statuto alle normative della legge del Terzo Settore. Ne deriva che la nuova denominazione è ora Pro Loco di Adria Aps». Il passaggio successivo sarà quello di entrare nel Registro nazionale degli enti del Terzo settore per mantenere la qualifica di ente di promozione sociale. I punti fondamentali di questa normativa, che dopo cinque anni dalla sua promulgazione, secondo Guerra, presenta ancora lati oscuri, spingono sulla trasparenza e sulla qualificazione delle attività delle associazioni ritenendo di semplificarne la conduzione, “ma alla già nutrita serie di adempimenti, legati alla sicurezza, alla privacy, alla gestione dei dati, all’utilizzo del digitale - prosegue la presidentessa - si stanno aggiungendo fardelli pesanti”. Letizia Guerra ricorda che i vertici e i collaboratori delle Pro sono persone che prestano la loro opera gratuitamente e non professionisti retribuiti.


FUTURO INCERTO 
«Per questi motivi - osserva Guerra - per le difficoltà legate a un ricambio generazionale che stenta ad arrivare e per i venti di crisi che si affacciano sempre più minacciosi, per la Pro Loco si configura un futuro molto incerto. Sarà necessario adottare nuove strategie; bisognerà unire le forze e le risorse. In caso contrario un certo tipo di volontariato sarà destinato a scomparire e si assisterà ad un depauperamento dell’offerta culturale e dei momenti di aggregazione sociale».
Nel breve alla Pro servirebbero nuovi soci. «Serve nuova linfa - indica Guerra - figure mosse da passione per la loro città e disposte a mettersi in gioco con competenza ed entusiasmo». 


NUMERO UNICO
La presidentessa è fiduciosa che l’appello verrà colto. «Non vogliamo assistere - puntualizza - alla perdita di quanto realizzato in quasi 57 anni di attività. Ricordiamo che la realizzazione del Numero unico è stata possibile soprattutto grazie alla disponibilità di alcune imprese locali che sanno ancora cogliere il valore della lettura e della trasmissione del patrimonio culturale».


A chiudere una riflessione sull’ex assessore, e consigliere del sodalizio, Aldo Guido Varolo, recentemente scomparso: «Desidero ricordare Varolo, per la sua dedizione verso il prossimo e verso la città».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino