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ADRIA (ROVIGO) - La Regione Veneto vuole vederci chiaro sull'impianto di trattamento fanghi che dovrebbe sorgere tra Adria e Loreo, in zona Aia. La società Green Sludge solution di Saronno (Varese) aveva presentato ad agosto una istanza di valutazione di impatto ambientale per un insediamento di questo tipo che dovrebbe sorgere in via Dogado, in comune di Loreo, ma a pochi passi dal territorio adriese. L'area è attualmente incolta e non è mai stata oggetto di attività produttiva. Secondo la Direzione regionale valutazioni ambientali, da un primo esame, lo studio è carente. "Non sono stati valutati - si legge nel documento emanato dalla commissione il 31 ottobre scorso - gli impatti ambientali e gli eventuali impatti cumulativi. Non risultano descritte le misure di gestione operativa, tecnica, estetiche e di mitigazione o di ottimizzazione che consentiranno di minimizzare gli impatti, nonché le eventuali misure di compensazione ambientale». Non risulterebbe inoltre presente una tabella riassuntiva degli impatti. Sulla base di queste premesse, la ditta varesina è stata invitata a trasmettere agli uffici Via regionali, entro 30 giorni, i chiarimenti. richiesti. Qualora non pervenisse alcun riscontro, l'istanza verrà archiviata.
L'ATTIVITÀ DELL'IMPIANTO
L'impianto si prefigge di trattare, mediante essiccazione e recupero energetico, rifiuti non pericolosi costituiti da fanghi di depurazione, per una potenzialità annua pari a 60mila tonnellate.
TRATTAMENTO FANGHI
I fanghi saranno essiccati per un successivo recupero energetico con possibile valorizzazione dei residui, appunto le ceneri, con recupero del fosforo presente presso impianti terzi, al fine di produrre fertilizzanti. Il "fango", quello umido disidratato, con umidità del 75-80%, circa 55mila tonnellate, e il materiale già essiccato, con umidità del 20-25%, circa 5mila tonnellate, sarà stoccato all'ingresso. Quello umido verrà sistemato in una specifica fossa e poi trasportato in due grandi serbatoi utili a garantire un volume idoneo per il corretto funzionamento dell'impianto. Il secco invece verrà conferito in una speciale area. Da qui verrà caricato in due silos, gli stessi contenitori utilizzati per i fanghi derivanti dal processo di essiccazione svolto in impianto, da 100 metri cubi ciascuno, per la successiva alimentazione diretta della camera di combustione.
La fossa di conferimento dei fanghi umidi e l'area di scarico dei fanghi secchi saranno dotate di una avanfossa per contenere le emissioni derivanti dalle operazioni di scarico. Dai serbatoi di stoccaggio, una parte dei fanghi umidi verranno inviati al sistema di essiccazione a bassa temperatura che funzionerà a grazie all'acqua calda a 90° prodotta dal processo di valorizzazione termica. Il progetto prevede di essiccare solo una parte degli agenti umidi in ingresso. La parte restante sarà mantenuta al 20-25% di secco e spedita nel forno. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino