Spacciava droga spostandosi con una bici elettrica, pusher arrestato

ADRIA - Dopo l'arresto in flagranza era stato rimesso in libertà con l'obbligo di dimora. Ma quello che è emerso dalle ulteriori indagini ha fatto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI

99,98€

40€
Per 2 anni

ATTIVA SUBITO

OFFERTA MIGLIORE

ANNUALE

49,99€

19€
Per 1 anno

ATTIVA SUBITO

MENSILE

4,99€

1€ AL MESE
Per 3 mesi

ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE

MENSILE

4,99€

1€ AL MESE
Per 3 mesi

ATTIVA SUBITO

ANNUALE

49,99€

11,99€
Per 1 anno

ATTIVA SUBITO

2 ANNI

99,98€

29€
Per 2 anni

ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ADRIA - Dopo l'arresto in flagranza era stato rimesso in libertà con l'obbligo di dimora. Ma quello che è emerso dalle ulteriori indagini ha fatto sì che ieri il gip emettesse un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del 43enne adriese Alessandro Cominato, finito nella rete tesa dai Carabinieri di Adria nell’ambito di un'importante operazione antidroga. Cominato era stato fermato mentre scendeva da un autobus di linea per Padova: addosso aveva un “sasso” di eroina da 11 grammi ed una lista di nomi scritti a mano, il suo giro di clienti, fra i quali giovani e giovanissimi.

Proprio da quella lista si sono sviluppati gli ulteriori accertamenti che hanno permesso di risalire alla sua attività di spaccio, con oltre un centinaio di cessioni che sarebbero state documentate dai militari. Il 43enne si muoveva da un capo all'altro della città etrusca per le sue “consegne” a bordo di una bici elettrica. Ultimamente, il ritrovamento di alcune siringhe, nella zona della stazione ferroviaria e della fermata delle corriere, aveva suscitato un certo allarme. Le ulteriori indagini dalle quali emergerebbe la serialità dello spaccio hanno fatto quindi scattare gli arresti domiciliari per Cominato.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino