«Cifre assurde, i conti del fallimento non tornano: ci batteremo fino alla fine per la riapertura dell'autodromo»

Una gara all'autodromo di Adria
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ADRIA - «Il fallimento F&M sta creando innumerevoli danni a Bioitalia che, oltre ad aver investito capitale proprio nella struttura motoristica, con la creazione di un kartodromo di caratura internazionale, stava implementando anche il fatturato di F&M. Il precedente gestore, con il nuovo tracciato dell’autodromo, avrebbe potuto riprendere fiato e pagare, come stava facendo, l’importo a debito dell’Agenzia dell’Entrate».



ESPOSTI E RICORSI

Lo ha sottolineato Mario Altoè, amministratore di Bioitalia, nonché (ex) direttore sportivo dell’impianto, nell’ambito della conferenza stampa di lunedì durante la quale Bioitalia ha annunciato le prossime mosse tra ricorsi al Tribunale di Milano contro Darma ed esposti in varie sedi. Secondo Altoè, la scelta dei curatori di F&M e dei liquidatori di Darma, la società di gestione che ha chiesto il fallimento di F&M, ha creato notevolissimi problemi a Bioitalia ed ha compromesso la possibilità di ottenere un rilevante fatturato generale per tutto il territorio del Basso Polesine, «area, da sempre - ha detto Altoè - riconosciuta come zona depressa».
Secondo Altoè, dal 2016 ad oggi, Bioitalia, con finanziamento proprio, proveniente dalla vendita dell’asset di Bottrighe (ex Ajinomoto ora Novamont Mater BioTech), ha realizzato il kartodromo ed ha eseguito tutti i lavori di adeguamento legati alle nuove normative antincendio nella struttura. «Con fondi privati - ha precisato Mario Altoè - sono state costruite ed implementate altre strutture a servizio delle nuove attività, fondamentali alla multifunzionalità del complesso immobiliare. Sono stati eseguiti i lavori di completamento del palaeventi - Arena e sono stati completati degli appartamenti nel complesso delle ex Canossiane. È stato infine costruito il nuovo tratto della pista, portando il tracciato da 2,7 a 3,7 chilometri». Una implementazione necessaria per poter ospitare manifestazioni di carattere internazionale, come avvenuto nell’ottobre dello scorso anno, con l’unica gara mondiale in Italia del Wtcr.

«CIFRE ASSURDE»

Durante l’incontro sono emerse situazioni e cifre - secondo Bioitalia e F&M - tutte da confermare. «Darma - ha detto Luigi Scaglia, ex presidente di F&M - non ha mai fatturato i canoni di affitto a F&M. Non si comprende pertanto come abbia potuto sostenere tale pretesa creditoria, né tantomeno come un tribunale possa averla riconosciuta». L’importo del credito, certificato dai 40 milioni inseriti nel passivo fallimentare di F&M, per l’affitto dell’autodromo, secondo Scaglia, sono un assurdo. «L’importo - ha continuato - è assolutamente spropositato. Si tratta di un canone annuo di 2 milioni e mezzo per una attività che fattura tra i 4 ed i 5 milioni di euro: un affitto pari al 50% del fatturato, non dell’utile, non può che apparire assurdo».

Anche i 7 milioni e 600mila euro, inseriti nel fallimento, dovuti per 20 appartamenti nel complesso delle ex Canossiane, pari a canoni di affitto da tremila euro al mese per locali da 35-45 metri quadrati ciascuno, per Scaglia, assumono i contorni di una barzelletta. «Di contro - ha concluso - bisognava tener conto che F&M aveva investito circa 3,6 milioni sui beni stessi».
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Il Gazzettino