Autodromo di Adria, a circa un anno dalla chiusura continua il braccio di ferro

Autodromo di Adria
ADRIA - «Per ora siamo fermi e non ci sono novità. Stiamo comunque lavorando per far riaprire l’Adria International Raceway». L’avvocato Antonio...

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ADRIA - «Per ora siamo fermi e non ci sono novità. Stiamo comunque lavorando per far riaprire l’Adria International Raceway». L’avvocato Antonio Cavallaro, il legale romano che sta seguendo la complessa vicenda dell’autodromo di Adria, dal braccio di ferro tra la proprietà, il fondo Darma, e il primo gestore, la società F&M poi fallita, passando per l’ultimo gestore, Bioitalia, alimenta la speranza degli appassionati e del tessuto turistico e ricettivo del Polesine, che l’impianto adriese, con annessa pista automobilistica e kartodromo, possa quanto prima riaprire. Proprio in questi giorni sulla pagina social “Salviamo l’autodromo di Adria” si sta registrando un insolito movimento di amanti dei motori che, postando i loro ricordi del circuito di località Smergoncino di Cavanella Po, chiedono a gran voce l’apertura della pista. 

LA VICENZA GIUDIZIARIA
In attesa degli sviluppi, soprattutto giudiziari della situazione, a metà ottobre in Tribunale a Milano c’è stata una udienza interlocutoria della vicenda, sul fronte della struttura si segnalano oltre all’interesse di altri gruppi, la volontà di Bioitalia di trovare un accordo con la proprietà, in forza di un preliminare per cui Bioitalia avrebbe versato a Darma una caparra di 1,5 milioni per la gestione della struttura e ritiene pertanto di avere tutte le carte in regola per proseguire la sua attività. Tra i gruppi interessati, uno farebbe capo alla casa automobilistica Lamborghini e un altro a un cordata di imprenditori del settore del turismo vip. Solo ipotesi, però. Ricordiamo che l’autodromo è chiuso dal 17 gennaio del 2022 quando l’ufficiale giudiziario, su impulso della curatela fallimentare, con l’aiuto delle Forze dell’ordine, aveva disposto lo sgombero dei locali. Il blitz aveva fatto scalpore. Secondo alcuni era già stata stabilita una road map per il rilascio l’11 febbraio, senza alcun clamore mediatico mentre per altri l’ingresso in struttura dell’ufficiale giudiziario era previsto per novembre 2021. L’operazione era legata al fallimento della F&M, con sede legale in Roma, società che aveva gestito la pista prima di Bioitalia. Il buco secondo i documenti ufficiali sarebbe di circa 53 milioni, di cui solo 40 riguardanti l’impianto sportivo, cifre sempre contestate da F&M e dall’avvocato Cavallaro. 

SENTENZA DI FALLIMENTO


La sentenza di fallimento, pronunciata dal Tribunale di Rovigo, è datata 21 ottobre 2020. Sono stati nominati curatori fallimentari il dottor Giovanni Tibaldo e l’avvocato Roberto Nevoni, già commissari giudiziali dal momento che nei confronti di F&M era stata aperta in precedenza una procedura pre fallimentare. Il fallimento era stato promosso da Darma Asset Management sgr, società milanese in liquidazione coatta amministrativa. Secondo la sentenza, F&M aveva riottenuto il godimento dell’autodromo a seguito di un contratto di affitto dell’azienda. Nel fallimento erano confluiti anche altri debiti non collegati direttamente all’impianto. Era poi sorto tra Darma e F&M un contenzioso sul mancato rispetto dei pagamenti. Tra le situazioni da chiarire: gli ultimi lavori di allungamento della pista, pagati da Biotalia. Anche il kartodromo sarebbe, il condizionale è d’obbligo, di proprietà di Bioitalia. 

 

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Il Gazzettino