Addio a Paolo Zucchello, storico ambulante di alimentari al mercato: il 17 marzo era mancato il papà Arturo, pioniere del rugby

Treviso perde uno dei volti più noti e amati della “piazza dei fioi”. Martedì sera, per un malore improvviso, se ne è andato Paolo Zucchello, 60 anni, per tutti “Formajo” dalla sua lunga attività nel banchetto di alimentare del mercato di...
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TREVISO - Treviso perde uno dei volti più noti e amati della “piazza dei fioi”. Martedì sera, per un malore improvviso, se n’è andato a 60 anni Paolo Zucchello, per tutti “Formajo”, soprannome che gli era stato affibbiato per la sua lunga attività nel banchetto alimentare del mercato di famiglia che teneva assieme a papà Arturo, pioniere e colonna del rugby trevigiano scomparso a 92 anni poco meno di due mesi fa, lo scorso 17 marzo. Paolo Zucchello incarnava in pieno lo spirito di una Treviso Doc degli anni Ottanta che oggi non c’è più, quella dei mitici panini alla porchetta del Biffi, del Bar Borsa, delle feste al New Time, delle “vasche” in Calmaggiore e delle domeniche passate in sella al Ciao per andare a Jesolo. Una Treviso più felice, spensierata e vissuta, durante quei bei tempi in cui il Nordest era ancora considerato la “locomotiva d’Italia”. Tempi che Paolo Zucchello, con il suo irresistibile sorriso e la sua vivacissima voglia di avventura, ne incarnava perfettamente l’anima solare.

Il ricordo

Dopo il diploma all’istituto alberghiero, aveva iniziato a seguire il banchetto ambulante insieme al padre Arturo, proseguendo poi per la sua strada con diverse attività commerciali, tutte legate al mondo dell’enogastronomia che tanto amava. Negli anni ’90 aveva aperto il bar con biliardo “Nove Buche” di Strada Ovest, poi aveva gestito il ristorante del Camping Mercedes a Cavallino Treporti e la birreria “Trh” a Motta di Livenza assieme agli amici Massimiliano “Bitols” e Robby Marton. Perché, in fondo, amava stare tra la gente ed essere sempre disponibile per tutti e per tutto. Ma soprattutto, da vero spirito inquieto, aveva viaggiato molto in giro per il mondo: dall’Australia all’Inghilterra, dalle Hawaii alla Grecia, che raggiunto in barca a vela. L’ultima sua grande avventura l’aveva portato in Tanzania, dove ha fatto da spola per diversi anni cercando di instaurare una sorta di attività commerciale. Ma il suo vero desiderio era quello di una vita vissuta senza limiti. «Mi piacerebbe andare in Tanzania a fare l’eremita – raccontava, scherzando, agli amici – dentro un parco nazionale dove è proibito andare, insieme agli elefanti e ai leoni, per poter vivere in tranquillità».

Le passioni

Grande appassionato di cucina, Zucchello amava in particolare preparare piatti speciali e prelibatezze per i propri amici, da servire durante delle serate davvero indimenticabili. Si era tatuato sulla mano una croce perché, diceva, «così quando stringo la mano passo la parola di Cristo». Sempre legatissimo a tutta la sua famiglia, lascia la mamma Carla, la sorella Laura e il fratello Stefano oltre ai nipoti, ma soprattutto lascia un vuoto incolmabile nei tantissimi amici che non potranno fare altro che rimpiangerlo e ricordarlo con il suo sorriso di sempre, mentre corre col suo fedele Ciao Piaggio verso il cielo. La data per l’ultimo saluto non è stata ancora fissata.

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Il Gazzettino