Addio a Svalduz, autonomista storico: una vita da ingegnere, politico e scrittore

Giuseppe Svalduz
Non si offendeva quando, assieme a Piero Bergamo e gli altri storici autonomisti della terraferma, gli davano del campagnolo. Giuseppe Svalduz era fieramente mestrino, e molti...

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Non si offendeva quando, assieme a Piero Bergamo e gli altri storici autonomisti della terraferma, gli davano del campagnolo. Giuseppe Svalduz era fieramente mestrino, e molti ricorderanno questo poliedrico ingegnere, politico e scrittore che si è spento ieri a mezzogiorno, a 87 anni, all'ospedale dell'Angelo dove era ricoverato.

Figlio di un ferroviere, si laurea in ingegneria e, già negli anni Sessanta del secolo scorso, inizia la sua battaglia per l'autonomia di Mestre da Venezia, eletto consigliere comunale già nel 1965 ed iscrivendosi poi nel 1970 al Partito liberale che sosteneva la causa separatista. Svalduz tornerà a più riprese a Ca' Farsetti come consigliere negli anni 70, 80 e 90 (nel 1993 con la Lega nord), ma soprattutto si spende in prima persona per sostenere i quattro referendum per la separazione del 1979, 1989, 1994 e 2003, nonostante le delusioni per i risultati ottenuti. La sua attività professionale (sua la residenza Delfino a fianco dell'Ambasciatori, prima facciata in alluminio e vetro a Mestre) lo porta a ricoprire anche incarichi nel Cda dello Iuav e, negli anni 90, nella commissione di studio regionale per l'area metropolitana e nella commissione di Salvaguardia. «Era un grande amante di Mestre - lo ricorda il figlio Nicola, architetto che ha proseguito l'attività del padre -. Quando ha lasciato la professione si è dedicato alla scrittura, pubblicando Una croce sulla Foiba e Pietre scartate. Poi, negli ultimi anni, la malattia lo aveva provato».
Giuseppe Svalduz lascia la moglie Gilda e i figli Nicola ed Elena, docente universitaria a Padova. I funerali si terranno dopodomani, venerdì, alle 11 nella chiesa di S. Paolo in via Stuparich a Mestre. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino