TRIESTE - Scompare Roberto Bertinetti, l’anglista col perenne sorriso sulle labbra, ironico e gentile, il professore con la passione divorante per a scrittura, e ti sembra...
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Se n’è andato nella sua Pesaro, dove aveva giocato come tanti suoi concittadini a basket in gioventù, a soli 63 anni. Era giovane dentro, Roberto, e aveva sempre un’idea per una terza pagina avvincente: captava le novità editoriali che arrivavano dal Regno Unito, capiva subito (e spesso anticipava), le notizie. L’ultimo articolo fu lo scorso agosto, alla morte del grande Naipaul. «Lo ammetto, sono un uomo felice», avrebbe detto, se fosse ancora tra noi, come ebbe a dire (in un articolo dello stesso Bertinetti) lo scrittore Philip Roth.
Bertinetti lascia tanti libri, vera eredità e testimonianza di una esistenza vissuta nel segno della letteratura e dell’insegnamento, e di una multiforme varietà di interessi: “Dai Beatles a Blair: la cultura inglese contemporanea”; “Virginia Woolf: l'avventura della conoscenza”; la monografia einaudiana su Londra; “Le rovine circolari: S.T. Coleridge, E. Brontë, H. James : immagini dell'artista nel XIX secolo”; l’ultimo saggio pubblicato per Bompiani, “L’isola delle donne”.
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Il Gazzettino