San Benedetto, l'estero come prossima grande fonte di sviluppo con la bandiera del made in Italy. «Siamo presenti in più di 100 Paesi nel mondo e stiamo...
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L'obiettivo?
«Il sogno è diventare tra le prime acque minerali al mondo nell'alta ristorazione, è un percorso che richiederà dai 5 ai 10 anni per essere completato. L'importante è trovare i partner locali giusti, che hanno la capacità di sostenere il marchio. E il canale del vino si associa molto bene al nostro prodotto: non per niente ci presentiamo come l'acqua delle Dolomiti e come un gruppo di proprietà familiare».
Primo mercato estero?
«Gli Stati Uniti dove abbiamo venduto nel 2019 circa 13 milioni di pezzi in vetro e lattina e non abbimao problemi di dazi. Due anni e mezzo fa abbiamo stretto un accordo con uno dei più importanti importatori di vino e ora siamo presenti già in oltre 4mila punti vendita e siamo entrati nei migliori ristoranti e hotel del Paese. Stiamo lavorando molto anche sulla Germania, secondo mercato al mondo per l'acqua minerale dopo l'Italia. Andiamo bene in Israele, molto bene in Russia. Ma il nostro focus principale rimangono gli Usa: puntiamo al raddoppio nei prossimi due o tre anni».
In cantiere anche uno spot americano con Cindy Crawford?
«In America stiamo iniziando oggi a fare comunicazione ma non c'è una massa critica per uno spot con Cindy, siamo ancora un'acqua di nicchia. Qualcosa in cantiere forse per l'Italia c'è: sarà una sorpresa».
Effetti da coronavirus?
«In Cina, dove siamo tra le prime acque importate e dove stiamo sviluppando molto anche l'e-commerce, la situazione è ingessata: ristoranti e hotel sono vuoti. Ma noi non ci fermiamo e stiamo cercando nuovi partner. Purtroppo la paura del virus condiziona tutto il mondo: in aereo da Amburgo c'era poca gente serena, in tanti erano con le mascherine, ci hanno preso la temperatura una volta scesi. Spero proprio che questo panico passi presto».
La famiglia rimarrà sola al comando?
«Io non ho sentito voci di vendita. Tutte le imprese che vanno bene sono corteggiate ma in questo momento noi siamo soddisfatti dal nostro business e dall'assetto che abbiamo preso. L'azienda è solida e la famiglia unita, non abbiamo bisogno di nuovi soci. E poi all'estero la dimensione familiare è molto apprezzata, soprattutto negli Usa. Stiamo bene come siamo, e la Borsa non ci interessa».
Matteo Zoppas, ex presidente di Confindustria Venezia e del Veneto fino a ottobre. Ha lasciato quella carica di prestigio a Enrico Carraro per dedicarsi completamente alla San Benedetto. Come vede la corsa per il dopo Boccia?
«Voglio analizzare i programmi e ascoltare bene i tre candidati e poi potrò decidere. Ho lasciato il testimone a una persona in gamba, che si sta muovendo molto bene. In generale credo che oggi Confindustria abbia bisogno di avere spalle larghe e grande autorevolezza, la politica ha affilato le unghie puntando sulla disintermediazione delle categorie. Per avere le spalle larghe bisogna essere uniti, lavarsi i panni sporchi in casa. Appena verrà eletto il nuovo presidente tutta la Confindustria lo supporti, non servono spaccature interne». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino