Venezia, in arrivo "super acqua alta": previsto picco a 160 centimetri. «Tecnici del Mose in stato di allerta»

VENEZIA - La prima acqua alta eccezionale dell’anno arriva proprio a ridosso dell’inaugurazione di un altro sistema di protezione: quello per la basilica di San Marco....

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VENEZIA - La prima acqua alta eccezionale dell’anno arriva proprio a ridosso dell’inaugurazione di un altro sistema di protezione: quello per la basilica di San Marco. Un mix di variabili che dovrebbe salvare la città da un problema con cui si è convissuto per anni tra il divertimento dei turisti e la disperazione dei commercianti. Fino ad oggi il 2022 non aveva mai fatto registrare una marea superiore ai 110 centimetri, ma stanotte le cose cambieranno. I venti cominceranno a soffiare, la marea si alzerà e la previsione è che si arrivi a una soglia di 160 cm martedì 22 novembre alle ore 9:40. Se il Mose non si alzasse o non ci fosse stato, vorrebbe dire un allagamento tra il 64 e il 70 per cento della città.

ALLARME

Il campanello di allarme però rimane ed è legato alle bizze del clima e del riscaldamento globale, perché il timore è che possa tornare un 1966 o un 2019. A spiegare tecnicamente quello che sta accadendo è Alvise Papa, responsabile del Centro maree del Comune: «Fino ad oggi il livello medio annuo è il più basso degli ultimi cinque anni, cioè di 27-28 centimetri rispetto allo zero mareografico. Negli ultimi anni il valore si era assestato tra i 32-33 centimetri, vedremo cosa succederà negli ultimi mesi dell’anno». Apparentemente si tratterebbe di un fattore tranquillizzante, ma invece così non è: «È stato un 2022 particolarmente siccitoso, privo di importanti perturbazioni. Quello che fa pensare sono le temperature così alte, sia dell’aria, che del mare. Fattori che possono portare a eventi meteo violenti. Da metà agosto la temperatura media è stata quasi sempre oltre le medie degli ultimi dieci anni, ma da metà ottobre fino alla scorsa settimana la media non è mai stata così alta negli ultimi venticinque anni, avendo superato quella che si chiama “banda di confidenza”. Cioè, per tre settimane non ci sono stati picchi, ma temperature medie molto alte, col riscaldamento anche del mare». La ripercussione è perciò diretta anche su quello che accade per l’acqua alta: «Le piccole perturbazioni passate, anche se con poca pioggia, hanno alzato l’acqua di 30-40 centimetri, questo perché c’è un fenomeno di estremizzazione del clima, si pensi a quanto accaduto nel Sud Italia. L’anomalo riscaldamento può portare a fenomeni più violenti». Le considerazioni di Papa fanno da preambolo a quanto si può prevedere per domani mattina: «Ci sarà una perturbazione importante, ma discutendo con il gruppo di meteorologi dell’Ampro (l’associazione dei professionisti del settore) emerge che il fenomeno sarà estremamente incerto. I venti cambiano ogni dodici ore e non abbiamo memoria di una variabilità così elevata. Il sistema, in conseguenza del riscaldamento, sta diventando più “impredicibile”».

VARIAZIONI

Questo fa sì che la previsione possa variare improvvisamente, rendendo più difficoltoso l’operato di chi dovrà gestire il Mose. Papa chiarisce che per ora la stima è definita: «Il vento di scirocco ci sarà e sarà forte, investirà tutto l’Adriatico. L’incertezza è invece maggiore sul contributo meteorologico ed è da capire quando attivare il Mose. Ad ora è previsto l’avvio delle procedure alle tre del mattino, ma sarà suscettibile di modifiche». Infatti, le squadre di tecnici ed esperti vivono in uno stato di allerta costante, su turni di dodici ore. All’interno dell’isola artificiale si mettono insieme le previsioni del centro maree, con simulazioni che via via diventano sempre più definite nei dettagli, avvicinandosi sempre di più all’ora X. La stanza dei bottoni, cioè la control room, comincia a osservare sempre di più i monitor accesi e le telecamere puntate sulle bocche di porto, verificando che gli eventi proseguano sulla scia di quanto previsto. Se succede qualcosa, è necessario che ci sia grande reattività per salvare la città.

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Il Gazzettino