Il patriarca dalla Basilica S. Marco «Speriamo che il Mose funzioni»

VENEZIA Il nartece della Basilica di San Marco allagato
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SAN MARCO
VENEZIA La basilica di San Marco come «l’immagine dell’intera città di Venezia nella sua congenita fragilità», per cui è necessario che il Mose venga completato al più presto e che poi funzioni a regola d’arte. Lo dice il patriarca Francesco Moraglia che se al culmine dell’acqua alta di lunedì si era affacciato dalla cornice esterna della cattedrale mentre il vento infuriava e le onde sbattevano in piazza dovunque, ieri di rientro da Mestre dov’era stato per la festa dei santi, pur senza nominarlo ha auspicato la conclusione e la messa in opera del Mose, rafforzando così la linea del sindaco Luigi Brugnaro. «Le preoccupazioni ci sono e per questo dico che sia la basilica che la città vanno rispettate, custodite e mantenute come realtà vive, di popolo – ha spiegato il patriarca – Speriamo quindi che, con il concorso di tutti, anche certi strumenti, progettati da tempo e in via di definizione, a questo punto possano entrare presto in funzione e… soprattutto funzionino bene, per ridare speranza alla città e non far venire meno la fiducia nelle istituzioni». Come dire: la politica faccia fino in fondo il suo compito, dopo tanto tempo si trovi il modo per finire il sistema delle paratoie i cui lavori sono arrivati al 94% dell’esecuzione, ma che si sa non finiranno neanche tra tre anni. 

«Nel momento culminante dell’acqua alta - ha aggiunto Moraglia - sono andato a vedere direttamente sia lo stato della basilica, raggiunta dall’acqua in più punti, sia della piazza San Marco – E proprio percependo la gravità della situazione ho voluto raccomandare soprattutto le persone e la loro incolumità alla Madonna Nicopeia e al patrono San Marco. In quei momenti la basilica mi è sembrata l’immagine dell’intera città di Venezia nella sua congenita fragilità. Non sono un tecnico e non sono in grado di quantificare i danni arrecati alla basilica anche perché, oltretutto, in parte si potranno manifestare e verificare solo nel tempo». 
ALLAGATA
E non accenna a placarsi la morsa dell’acqua alta sulla Basilica. Dopo gli allarmi e i problemi emersi in questi giorni, con un picco di 156 centimetri che lunedì ha seriamente danneggiato i preziosi interni (con danni soprattutto al battistero, a un basamento ed alla cappella), ieri ancora una volta l’acqua si è fatta vedere proprio nelle stesse zone in cui erano stati notati problemi alla pavimentazione e ai preziosi mosaici. I danni, come è stato detto, si vedranno più avanti quando sarà possibile stilare un bilancio definitivo, ma già in queste ore sono stati notati diversi segni sugli intonaci e colonne “scoppiate”. In serata, fortunatamente, non ci sono stati disagi per l’accesso ad un concerto.
IL PICCO
Ieri l’alta marea si è fermata a 114 centimetri alle 13.40. Mercoledì pomeriggio il Centro maree aveva previsto una massima di 120 centimetri alle 16.30, con relativa segnalazione telefonica agli utenti del servizio. Ma ieri mattina le cose sono cambiate e il Centro maree ha così stabilito che il picco sarebbe avvenuto, sempre sui 120 centimetri, non più alle 16.30 come già annunciato, bensi due ore prima alle 14.30. «Ieri mattina quando abbiamo fatto le verifiche - spiega Alvise Papa, responsabile del Centro previsioni - abbiamo appurato che l’intensità del vento era diminuita per cui abbiamo aggiornato il dato con la marea alle 14.30». MA A molti abbonati al servizio di allerta via sms, il messaggio con il cambio di orario ieri mattina non è arrivato. Regolari, invece, gli altri sistemi di comunicazione. «Da quanto ci risulta non è la prima volta che accadono problemi di questa natura- aggiunge Papa - in ogni caso sentiremo Vodafone per cercare di capire cosa sia effettivamente accaduto». Un’alta marea di 114 centimetri ha comportato l’allagamento pari al 20 per cento della superficie pedonale. 
LE PREVISIONE
Per quanto riguarda questa mattina la massima di 105 centimetri è prevista alle 9, mentre domani, 3 novembre, il picco delle 8.30 sarà di 115 centimetri. Situazione analoga domenica e lunedì. E sempre a proposito di previsioni va detto che in città c’è più di qualcuno convinto che il picco di 156 centimetri di lunedì sia stato calcolato in difetto. Il centro maree, che ha elaborato il dato ufficiale in base alla centrale di Punta della Saluta, conferma però che in alcune zone della città, in base al movimento del vento e alla conformazione dell’area e dei rii, l’effetto provocato dall’acqua potrebbe aver dato vita a misure più alte.

<QM>Gianpaolo Bonzio
<QM>Alvise Sperandio
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Il Gazzettino