Prof accoltella la moglie in casa e fugge in auto: caccia all'uomo Fermato poche ore dopo a Mogliano

NOALE -  La scenata di gelosia, la furia violenta, i coltelli, la fuga: potrebbe su queste quattro fasi il riassunto del pomeriggio di follia di Noale, vissuto dalle famiglie...

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NOALE -  La scenata di gelosia, la furia violenta, i coltelli, la fuga: potrebbe su queste quattro fasi il riassunto del pomeriggio di follia di Noale, vissuto dalle famiglie di via Arta Terme, una stradina residenziale a due passi dal centro della città dei Tempesta. Protagonisti inattesi un insegnante di chimica delle scuole superiori di Camposampiero, Rosario Magliarisi, e la moglie Renata Vedovato. I due abitano in una villetta a schiera e sono, almeno apparentemente, l'antitesi della situazione a rischio: un quadro famigliare solido e mai una segnalazione o denuncia alle forze dell'ordine. Eppure, qualcosa ieri è scattato: l'uomo, infatti, ha accoltellato la moglie per poi fuggire. Una fuga durata poco: i carabinieri l'hanno fermato a Mogliano, dove per sfuggire a una pattuglia era finito contro un palo.


LA RICOSTRUZIONE

Questi i fatti. Poi c'è la ricostruzione di come sia accaduto, che richiederà un lavoro di indagine più approfondito da parte delle forze dell'ordine. Dalle testimonianze e dai rilievi, però, è emersa una prima versione, sintesi delle dichiarazioni dei presenti.
La lite inizia intorno alle 16. Tutto sarebbe partito da una scenata di gelosia dell'uomo alla moglie: i due iniziano ad alzare i toni, volano insulti e minacce. La coppia ha due bambini: il più grande si spaventa, prende il telefono e chiama la zia (sorella di Renata). Il padre se ne accorge, gli strappa il telefono di mano e la tensione sale ancor di più ma, nel frattempo, la zia capisce che sta succedendo qualcosa di grave e non perde tempo: allerta anche l'altra sorella della donna e insieme partono (da Santa Maria di Sala, dove vivono) alla volta di via Arta Terme. In casa trovano l'uomo fuori di sé: prende un coltello da cucina e si scaglia contro la moglie, ferendola alla testa e alla mano destra. Le sorelle si lanciano contro di lui per calmarlo, una delle due nella colluttazione rimane lievemente ferita al capo.
A quel punto Renata esce di casa, inizia a suonare i campanelli dei vicini, finché trova un cancelletto aperto e entra: qui, trova aiuto e chiama i soccorsi. Nel frattempo, Magliarisi abbandona la scena. I vicini, attirati dalle urla, lo vedono uscire, salire a bordo della sua Fiat Tipo e partire con tutta calma.

CACCIA ALL'UOMO

Sul posto arrivano i carabinieri e il personale del pronto soccorso: la donna viene accompagnata in ospedale a Mirano. Le sue condizioni non sono gravi, ma è sotto choc per l'accaduto. Dai militari parte l'allerta comune: c'è da bloccare quella fiat Tipo grigia. Il messaggio rimbalza di comando in comando, di provincia in provincia, fino a quella pattuglia di Mogliano che vede passare un'auto identica alla descrizione fornita per radio. Non appena cercano di fermarla, accelera cercando di seminare gli inseguitori. La corsa durerà poco: Magliarisi, evidentemente, non è un pilota così esperto sotto pressione e finisce fuori strada, contro un palo. I carabinieri lo trovano mentre sta uscendo dall'abitacolo e gli stringono le manette ai polsi, attualmente è in stato di fermo.
Spetterà a questo punto alla procura di Treviso decidere come procedere, se emettere a suo carico una misura cautelare a protezione, soprattutto, della famiglia. Si cercherà di scavare anche nel passato, a questo punto: l'ipotesi (tutta da verificare, ovviamente) degli investigatori, considerata anche la prontezza delle sorelle di Renata a intervenire, è che in precedenza ci possano essere state delle situazioni a rischio non segnalate.

 

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Il Gazzettino