Acc, un possibile salvataggio dal Bangladesh o Thailandia in stile Jaguar-Rover

Gli oltre 300 lavoratori Acc da mesi lottano per aiutare il commissario straordinario a salvare l'azienda
BORGO VALBELLUNA - Giorni decisivi per Acc e il progetto Italcomp. Le promesse del Governo ci sono, ma mancano ancora gli impegni scritti, quelli che consentirebbero di fare...

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BORGO VALBELLUNA - Giorni decisivi per Acc e il progetto Italcomp. Le promesse del Governo ci sono, ma mancano ancora gli impegni scritti, quelli che consentirebbero di fare una breccia nel muro alzato dalla banche. «Attendiamo ad ore - afferma Stefano Bona, segretario provinciale Fiom-Cgil - il verbale della riunione di giovedì 23 e il testo dell’emendamento all’articolo 37 del decreto Sostegni grazie al quale snellire la procedura di finanziamento per le aziende in amministrazione controllata». 


Nel frattempo le buste paga sono state tagliate del 15 per cento e la produzione è stata compressa, perché i fornitori vogliono pagamenti anticipati. E in cassa non ci sono più soldi. Se il vento non cambierà a giugno si rischia la chiusura, oppure la cessione del sito zumellese che produce compressori per la refrigerazione domestica. Bona parla di possibile «svendita». Da Torino intanto arrivano brutte notizie con la conferma del licenziamento dei 400 lavoratori della fallita Embraco che con Acc dovrebbe entrare nell’ancora evanescente progetto Itacomp. Eppure a quel tavolo ministeriale al quale Acc continua a chiedere conferme, c’era stato un impegno anche per Embraco. 

IN CERCA DI NUOVI MERCATI
Gli interessi industriali su Acc non mancano e arrivano dall’Asia con la Walton, conglomerata bengalese che produce elettrodomestici bianchi e televisori, e la thailandese Kulthorn Kirby che produce compressori. La prima ha un fatturato di 650 milioni di dollari e oltre 20mila dipendenti, ma è schiacciata dal dominio cinese e quindi bisognosa di trovare sbocchi su nuovi mercati, meglio se blasonati come quelli europei. Bisognerà però vedere se un’azienda definita “local” sarà poi in grado di interloquire con l’aristocrazia tecnologica di colossi come Bosh o Electrolux che oggi sono i principali clienti Acc. Cosa che il gruppo cinese Wanbao, che due anni fa ha lasciato Mel, non seppe fare. Stessa posizione per il gruppo thilandese: 300 milioni di dollari di fatturato e 9.000 dipendenti, bloccata nello sviluppo in Asia dalla forza dei vari cinesi GMCC, Jiaxipera, Donper e Wanbao. La KK si era già fatta avanti nel primo commissariamento di Acc nel 2013-2014, ma all’epoca non se la sentì fare il passo.


IL MARCHIO NOBILE


Entrambe queste aziende guarderebbero ad Acc in stile Tata, la casa automobilistica indiana che acquisì due prestigiosi marchi britannici finiti in rovina, Jaguar e Rover, (svenduti per 2,3 miliardi da Ford che li aveva pagati il doppio) rimettendoli con successo sul mercato e mantenendo brand ed identità. Un’operazione straordinaria, visto che oggi la Rover è tra i modelli più prestigiosi, dalla quale può arrivare una folata di speranza per Acc. Acquisire un marchio nobile del compressore e di un’azienda con accesso diretto ai “re” del freddo (Bosch, Elux, Whirlpool, Liebherr) e con una fabbrica ancora importante per dimensioni che potrebbe lavorare anche su altri prodotti, potrebbe essere una prospettiva da guardare con la dovuta cautela ma anche senza pregiudizi.
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Il Gazzettino