Crisi Acc: dipendenti in assemblea, il Ministero non ha dato ancora risposte

I dipdenti di Acc a Villa di Villa
BORGO VALBELLUNA - La musica sembra non cambiare mai all’Acc di Mel, lo stabilimento che produce compressori per la refrigerazione domestica e che da oltre un anno...

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BORGO VALBELLUNA - La musica sembra non cambiare mai all’Acc di Mel, lo stabilimento che produce compressori per la refrigerazione domestica e che da oltre un anno è in amministrazione straordinaria. Il Ministero per lo Sviluppo economico non ha ancora convocato il tavolo che il ministro per i Rapporti con il parlamento, Federico D’Incà, aveva assicurato l’11 agosto in occasione del Consiglio di Sorveglianza. La convocazione, secondo D’Incà, doveva essere imminente. Ma tutto ancora tace. E la preoccupazione sale sempre di più, perché senza i soldi promessi, il commissario straordinario Maurizio Castro sarà costretto a dare un altro giro di vite alla produzione, già calata assieme agli stipendi degli oltre 300 dipendenti.


Il Mise non avrebbe nemmeno emanato il decreto direttoriale applicativo del decreto interministeriale del 5 luglio, per cui nulla si sa ancora dei finanziamenti promessi sull’art. 37. Il decreto, infatti, dovrebbe liberare gli aiuti di Stato, peraltro già autorizzati dalla Commissione europea.


La gara di vendita del sito, intanto, procede. Entro il 5 ottobre si vedrà se saranno presentate offerte vincolanti.
Nel frattempo, i funambolismi adottati finora per recuperare cassa stanno finendo, e con loro gli ultimi spiccioli: fra qualche settimana, senza art. 37, lo stabilimento potrebbe arrivare al minimo vitale, riducendo le vendite e la produzione a pochi scampoli. 
Su questo scenario, che da mesi si ripresenta come un avvitamento senza fine, oggi i sindacati si confronteranno con i lavoratori.
Ci sono rabbia e sfinimento per una situazione che ha davvero dell’incredibile, perché la lentezza dei provvedimenti smonta gli sforzi fatti finora per potenziare produzione e ricollocare l’azienda sul mercato dopo l’uscita di scena del gruppo cinese Wanbao che aveva ridotto al lumicino la presenza dello stabilimento sui mercati.


Sarebbero bastati 12,5 milioni di euro per tenere accesi tutti i motori della Acc consentendo al commissario straordinario di mettere sul mercato un prodotto appetibile, evitando svendite.
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Il Gazzettino