Vendita Acc, la gara internazionale passa alla fase due e la Nidec torna a "parlare"

I lavoratori dello stabilimento Acc di Mel
BORGO VALBELLUNA - Arrivano i primi segnali di interesse per acquisire la Acc di Mel. Nel silenzio ermetico che avvolge la procedura di gara internazionale, seguita dal...

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BORGO VALBELLUNA - Arrivano i primi segnali di interesse per acquisire la Acc di Mel. Nel silenzio ermetico che avvolge la procedura di gara internazionale, seguita dal commissario straordinario Maurizio Castro per conto del Ministero per lo sviluppo economico, si scopre che la prima fase relativa alla manifestazione d’interesse si è conclusa il 27 giugno. Si passa così alla fase due, ciò significa che si sono fatti avanti potenziali acquirenti. Chi sono? Per ora il riserbo è d’obbligo, ma da quanto si è appreso tra questi non ci sarebbe la multinazionale Nidec nonostante anche ieri il presidente della divisione Nidec Global Appliance, Valter Taranzano, abbia confermato l’interesse del colosso giapponese per lo stabilimento di Mel. 


IL GRUPPO GIAPPONESE
«Ma allora - sintetizzano i sindacati provinciali Fim Cisl-Fiom Cgil-Uilm-Uil - a che gioco giochiamo? Per l’ennesima volta siamo in presenza di dichiarazioni a mezzo stampa nelle quali il presidente della Nidec dichiara l’interesse all’acquisizione di Acc Wanbao. A questo punto, perdurando un quadro di forte incertezza, gli chiediamo di uscire dalle ambiguità e di dichiarare apertamente e una volta per tutte: ha presentato oppure intende presentare a breve una dichiarazione di interesse nella procedura di gara ufficialmente in corso di svolgimento dal 14 giugno scorso per la cessione del compendio aziendale di Acc? Se la risposta fosse affermativa, siamo pronti fin da subito a confrontarci con lui e con il Ministero dello Sviluppo economico (dalla quale dipende da Acc essendo in amministrazione stradordinaria, ndr) se al fine di predisporre un piano efficace per la valorizzazione competitiva di Acc nel sistema industriale di Nidec e nei territori di riferimento. Se, al contrario, la risposta fosse negativa, lo invitiamo ad evitare di rilasciare dichiarazioni ai media che rischiano di diventare solo e soltanto una gratuita perturbazione alla gara in corso sotto la vigilanza del Ministero dello sviluppo economico».
IL SILENZIO DEL MINISTERO

Una situazione che diventa ogni giorno più complessa per Mel: il silenzio istituzionale caduto come una cappa di piombo sullo stabilimento, produttore di compressori per la refrigerazione domestica, lascia tutti senza un riferimento. Si naviga a vista. Il Mise, infatti, continua a non dare risposte, imperturbabile anche di fronte alle diverse manifestazioni organizzate da lavoratori e sindacati per cercare di stanare il ministro responsabile, ovvero il leghista Giancarlo Giorgetti, ma anche il ministro pentastellato Federico D’Incà che fin dall’inizio si era interessato del caso. Ma tutto tace e a Mel si sono dovuti tagliare stipendi e produzione nonostante i clienti non manchino. Da un anno il Governo promette fondi per supportare il rilancio dello stabilimento lasciato a secco dalla gestione cinese, ma nonostante le reboanti promesse della politica non è mai arrivato un cent. Così si rischia una svendita, più che una vendita.
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Il Gazzettino