Acc riprende il lavoro tre giorni per soddisfare la Bosch: intanto l'asta attende offerte vincolanti

Una manifestazione all'esterno della Acc
BORGO VALBELLUNA - Lo stabilimento Acc, finito per la seconda volta all’asta dopo che la prima era andata deserta, farà ripartire gli impianti per tre giorni a...

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BORGO VALBELLUNA - Lo stabilimento Acc, finito per la seconda volta all’asta dopo che la prima era andata deserta, farà ripartire gli impianti per tre giorni a gennaio, il 18, 19 e 20, e poi altri dieci a febbraio. Saranno richiamati al lavoro, con turni da sei ore, tutti i 300 dipendenti. C’è da evadere un grosso ordine da parte della Bosch: 60mila compressori per la refrigerazione domestica. La carenza di liquidità, che di fatto ha mandato in crisi uno stabilimento che con il commissariamento aveva dato segni di ripresa riallacciando i rapporti di fornitura con i più grandi colossi del settore del freddo, sarà coperta da un anticipo del committente. 

Il Governo, infatti, non è mai riuscito a trovare una strada per finanziare Acc, lasciandola al proprio destino, nonostante le disperate richieste di aiuto sfociate in più manifestazioni. Un destino che ha visto la storica azienda dover rinunciare agli ordini per incapacità di pagare i fornitori, lasciando a casa, ormai da mesi, i lavoratori. Una situazione che, di fatto, ha dato un’accelerata alla vendita del sito zumellese. Fallita la prima asta, dopo un primo interessamento che aveva visto in pole position anche la nipponica Nidec, la seconda è stata autorizzata con celerità dal Ministero dello Sviluppo economico quasi a voler chiudere quanto prima la spinosa partita. 

Ad oggi sono due le manifestazioni di interesse giunte al tavolo del commissario Maurizio Castro. Entrambe sono al vaglio di un’attenta analisi nel caso che si dovessero trasformare in offerte vincolanti di acquisto. Il termine è quello del 31 gennaio. Se nessuno si farà avanti sarà inevitabile trasformare il commissariamento in fallimento con buona pace delle lunghe lotte fatte dai lavoratori. Sarebbe, con buona probabilità, l’ultimo atto di Acc.
Il commissariamento del sito era scattato nel marzo 2020 e scadrà il 16 marzo prossimo. Una misura alla quale si era giunti dopo l’uscita di scena, nel febbraio 2019, del gruppo cinese Wanbao ormai a secco di liquidità dopo aver investito su Mel una fortuna, senza però riuscire nel rilancio del sito, anzi depotenziandolo. L’acquisto da parte dei cinesi era frutto di un’asta internazionale, quella scattata con il primo commissariamento seguito al disastroso fallimento di Acc Compressors. La loro fu l’unica offerta giunta al tavolo del commissario, allora come oggi Maurizio Castro. 

Un’operazione salutata in pompa magna e naufragata in poco più di quattro anni, riportando Acc al punto di partenza. Nel quadro di una crisi industriale pesante per la Valbelluna si conta anche il caso Ideal Standard con i suoi 450 lavoratori. Anche qui si spera in un compratore.

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Il Gazzettino