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MOGLIANO - Tre diversi procedimenti che, in caso di condanna, potrebbero portare a una pena finale elevatissima. Nonostante gli inghippi che hanno interrotto il processo per vizi di procedura, ora si apre una nuova strada per un 53enne finito davanti ai giudici per aver abusato di due bambine, all’epoca dei fatti di 7 e 11 anni, toccandole nelle parti intime. L’uomo, difeso dall’avvocato romano Antonello Secchi, si è visto dividere il processo in due tronconi (a causa dell’età delle vittime): ieri mattina si è aperto quello davanti alla corte d’assise per gli abusi sulla più piccola delle due, mentre quello per la più grande è già stato incardinato davanti al tribunale in composizione collegiale. In entrambi i casi le ragazzine, che si sono costituite parte civile, sono assistite dagli avvocati Sara Franchin e Damiano Danesin. Ancora in fase di indagine c’è un terzo filone: anche qui le vittime sono minorenni, e hanno accusato il 53enne dopo aver appreso che era già sotto accusa per fatti analoghi. L’udienza di ieri è stata rinviata al 7 luglio, la sentenza è invece prevista per ottobre.
LA VICENDA
Sul banco degli imputati siede un ex collega del padre di una vittima e amico del padre dell’altra.
LA STORIA
Il 53enne, vicino di casa dei genitori affidatari e che faceva giocare i propri figli con le due ragazzine, nel 2021 avrebbe abusato anche di loro. Con le stesse modalità, approfittando del rapporto di fiducia tra le famiglie. La più grande delle due, a scuola, aveva raccontato degli abusi non facendo però il nome dell’aguzzino. La segnalazione era arrivata al tribunale dei minori che, in prima istanza aveva sospettato del padre. E così aveva spedito le due giovani in comunità, con la possibilità di vedere i genitori affidatari nei weekend. Le indagini proseguirono, ed era emerso che l’aguzzino era il vicino di casa e non il padre. L’inchiesta dunque venne archiviata, ma allo stesso tempo ai genitori venne impedito anche di vedere le piccole perché, stando a quanto dicono i diretti interessati, il tribunale dei minori li accusava di incuria per aver permesso a quell’uomo di frequentare la loro casa.
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Il Gazzettino