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Un'accusa pesantissima: aver abusato sessualmente di due sorelle di 12 e 9 anni e aver prodotto e detenuto del materiale raffigurante ragazzine giovanissime con abiti succinti. È quanto una famiglia residente in un comune del Quartier del Piave imputa a un fotografo professionista della stessa zone nei confronti del quale, nei giorni scorsi, è stata formalizzata una denuncia. Le indagini sono partita da poco e vista l'estrema delicatezza della vicenda al momento il riserbo è massimo. Tuttavia le accuse mosse dai genitori delle due bambine vittime delle presunte molestie sono molto precise e avrebbero anche consentito di recuperare alcune prove molto importanti. Tra queste un album fotografico che ritrarrebbe delle bambine in immagini particolari, le stesse descritte dalla 12enne.
I FATTI
L'intricata vicenda avrebbe preso il via nel 2018, ma sarebbe venuta alla luce solo poco tempo fa grazie alle ammissioni delle due piccole.
LA SCOPERTA
Anche in questo caso, silenzio. Silenzio che però non è durato due anni, perché la bambina pochi giorni ha detto una frase che ha gelato i genitori. Ha fatto chiaro riferimento a quando l'uomo le avrebbe «Infilato le mani nei pantaloni». Poi, a ruota, l'ammissione anche della sorella più grande, oggi 12enne, che avrebbe raccontato di quelle strane fotografie scattate due anni prima senza i vestiti addosso. Un confronto diretto tra alcuni membri della famiglia e il fotografo avrebbe portato a scoprire che un album con all'interno molti scatti equivoci ritraenti bambine e ragazzine, sarebbe esistito davvero. A quel punto i genitori si sono rivolti ai carabinieri, formalizzando nei confronti del professionista una denuncia per molestie sessuali. Gli accertamenti per verificare la veridicità dei racconti delle due minori sono ora nelle mani degli inquirenti che stanno vagliando la questione con la massima attenzione. Da dimostrare anche l'eventuale analoga condotta dell'uomo nei confronti di altre bambine.
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Il Gazzettino