Sempre più difficile abortire in Friuli Venezia Giulia: salgono al 56% i medici obiettori di coscienza

Dal 2009 a oggi 800 interruzioni di gravidanza in meno. Le strutture sopra la media italiana, il nodo del personale che si rifiuta di praticare l’intervento

Sempre più difficile abortire in Friuli Venezia Giulia: salgono al 56% i medici obiettori di coscienza
Anche all’estremo lembo del Nordest, nel Friuli Venezia Giulia che rimane - va detto - nella parte alta e più “europea” della classifica, interrompere...

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Anche all’estremo lembo del Nordest, nel Friuli Venezia Giulia che rimane - va detto - nella parte alta e più “europea” della classifica, interrompere volontariamente una gravidanza sta diventando sempre più difficile. E a testimoniarlo c’è una relazione alla Camera dei deputati di fronte al ministro della Salute del governo Meloni, Orazio Schillaci. I medici obiettori di coscienza che si rifiutano di praticare l’aborto sono infatti in aumento


I medici obiettori di coscienza in Fvg

Fino a pochi anni fa in Friuli Venezia Giulia si parlava di un dottore su due, per una quota che si posizionava esattamente al 50 per cento. Secondo l’ultimo rapporto presentato a Montecitorio, infatti, la percentuale dei medici obiettori di coscienza nella nostra regione è salita quasi al 56 per cento, per la precisione al 55,7 per cento. Una quota ad esempio superiore a quella di alcune regioni del Centro Italia che in passato si trovavano più in basso nella classifica del rispetto di quello che è un diritto sancito dalla legge. Un esempio? L’Umbria conta il 53 per cento di medici obiettori. La Puglia - e ci spostiamo nel Meridione - è a quota 48 per cento, quindi al di sotto del medico su due che si rifiuta di praticare legalmente l’aborto entro i termini della normativa. «Non sono state rilevate sostanziali differenze nelle caratteristiche socio-demografiche delle donne che hanno effettuato una interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, anche se in generale sono donne meno giovani, più istruite, in maggior proporzione di cittadinanza italiana e nubili rispetto a quelle che hanno abortito con altra metodica», si legge nel rapporto della Camera dei Deputati. 


I reparti per l'interruzione di gravidanza

Sono nove, in Friuli Venezia Giulia, le strutture nelle quali è presente un reparto di Ostetricia e Ginecologia nel quale è possibile anche praticare l’interruzione volontaria di gravidanza. Siamo all’80 per cento di copertura e in questo caso la nostra regione si trova ben al di sopra rispetto a quella che risulta essere la media del Paese, ferma invece a un poco onorevole 59 per cento. Pesano in questo caso i dati del Sud Italia. In un anno solare è stato stimato che in Friuli Venezia Giulia siano state 1.219 le interruzioni volontarie di gravidanza, a fronte di una quota di nati vivi pari a poco più di 7mila persone. È stato calcolato che ad aver abortito in Friuli Venezia Giulia siano state 5,4 donne tra i 15 e i 49 anni ogni mille. 


Nel 2009 più di 2mila interruzioni in Fvg

A sorprendere, poi, è il paragone tra quanto succedeva in Friuli Venezia Giulia all’alba dello scorso decennio e i numeri che si raggiungono invece oggi, condizionati anche da una generale minor propensione delle coppie a concepire figli. Nel 2009, ad esempio, nella nostra regione si contavano più di duemila interruzioni volontarie di gravidanza nel giro di un anno. Una cifra che da quel momento è sempre scesa. Si è passati a circa 1.800 operazioni nel 2012, alle 1.378 del 2018 e infine alle poco più di 1.200 dei giorni nostri. 


La tipologia

La relazione presentata al ministro della Salute Orazio Schillaci alla Camera dei Deputati si addentra ancora di più nell’analisi del fenomeno e dice che in Friuli Venezia Giulia la maggior parte delle donne che scelgono di interrompere volontariamente una gravidanza è composta da persone che hanno un’occupazione stabile. Più di una donna su due ha un lavoro e non è una studentessa oppure una casalinga. E più di ottocento donne sulle 1.200 totali sono italiane residenti da sempre in Friuli Venezia Giulia. 


Praticamente residuale, pari cioè a poco più del 14 per cento, la quota di interruzioni volontarie di gravidanza con i connotati dell’urgenza.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino